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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Stadio, inchieste e politica: la nebulosa galassia delle accuse

Turbativa d’asta e violazione della legge sugli appalti. Su questi due reati sta lavorando la Procura di Padova, nella fattispecie il sostituto procuratore, il cittadellese d’adozione Benedetto Roberti

Passando a fianco allo stadio tutto sembra andare avanti come nulla fosse. Sia il cantiere dello stadio che quello provvisorio che serve per allestire e montare lo spettacolo di Cesare Cremonini vanno avanti come nulla fosse. Eppure a due giorni dalla rielezione di Sergio Giordani esplode un caso che forse un caso non è, ma tant’è. C’è infatti una indagine della Procura di Padova che coinvolge due funzionari del Comune rispetto proprio ai lavori di ammodernamento, dello stadio. Un modo elegante per dire che l’impianto è talmente brutto che anche se appare difficile renderlo più attraente e ospitale era necessario fare qualcosa.

Accuse

Turbativa d’asta e violazione della legge sugli appalti. Su questi due reati sta lavorando la Procura di Padova, nella fattispecie il sostituto procuratore, il cittadellese d’adozione Benedetto Roberti. Due accuse che a sentire i legali dei due indagati, cadranno sicuramente. Ma intanto, a due giorni dal voto la notizia fa eccome rumore. Tutto nasce con il ritrovamento di una telecamera nascosta in una presa d’aria nell’ufficio di uno dei due funzionari indagati, Stefano Benvegnù. Stefano Benvegnù, come anche l’altro indagato, Giacomo Peruzzi, sono stati nominati dopo l’assegnazione dell’appalto. Sembrerebbe poi che dalle immagini e dagli audio raccolti con la telecamera nascosta, non sarebbe emerso nulla di irregolare.

Procura

Per quanto riguarda la turbativa d’asta la Procura deve dimostrare il dolo, sempre che ci sia. Per quanto riguarda invece il secondo capo d’imputazione, la Procura sta verificando se sono stati rispettati i parametri di legge, che impongono che un subappalto non possa superare il 40% del totale dei lavori. Anche questa accusa sembra pretestuosa perché si sarebbe appena superato il 20% di questa quota.

Palazzo Moroni

Si sostiene poi che sono state riscontrate irregolarità in quanto non ci sarebbe stata vigilanza sui lavori. A Palazzo Moroni le bocche sono tutte cucite ma se si lavora un po’ di memoria è facile ricordare che i ritardi per la nuova curva, perché è di quello che si tratta in fin dei conti, dipendono da fatti che esulano da decisioni politiche e che anzi sono più attinenti alla contingenza: la difficoltà a reperire materie prime durante la crisi covid, soprattutto ferro e calcestruzzo, ha creato seri problemi. C’è stata poi la necessità di un intervento molto delicato perché non era stata segnalata la presenza delle reti idriche, fognarie ed elettriche perché nelle planimetrie e nei documenti non c’era.

Politica

Quello dei lavori della curva in ritardo è stato uno dei cavalli di battaglia dell’opposizione durante la campagna elettorale. Sia il candidato del centro destra Francesco Peghin che il consigliere Ubaldo Lonardi hanno molto insistito su questo aspetto, cercando anche di far pesare la responsabilità della sconfitta del Padova proprio per la mancata apertura della curva. Visione alimentata anche da alcuni siti web, non solo quello che fa il verso a uno dei quotidiani della città. Infine appare singolare anche il timing dell’uscita di questa notizia. A maggior ragione perché, proprio la parte politica che ha sempre criticato la giustizia tanto da proporne un referendum per cambiarne l’identità, oggi cavalchi lo stesso sentimento di chi invece auspica che i cambiamenti arrivino attraverso i tribunali.  

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