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GUERRA IN UCRAINA

In 1000 in piazza contro la guerra: «Abbiamo paura, ma non ci fermiamo»

Alla manifestazione organizzata da studenti e sigle sindacali hanno partecipato anche assessori e parlamentari. La città di Padova si schiera

«Al rumore delle bombe e all’invasione russa dell’Ucraina, all’angoscia e al dolore dei popoli coinvolti in questa terribile situazione, noi rispondiamo con la mobilitazione di piazza, che ha visto la partecipazione di più di 1000 persone». Oggi 26 febbraio in piazza Capitaniatosi sono ritrovate più di 1000 persone per chiedere la pace in Ucraina. Il presidio, organizzato dall'Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi con Cgil, Cisl, Uil, Anpi e Assopace, rispondendo alla mobilitazione nazionale della Rete della Pace, ha visto l'adesione di più di venti associazioni. In piazza anche assessori e parlamentari.

«Abbiamo paura»

«Non possiamo che essere spaventati davanti a tutto ciò, ma la paura non può fermarci - spiega Domenico Amico, Coordinatore di Studenti Per Udu Padova - e questo è il momento di mobilitarsi, di agire. Vogliamo la fine del conflitto e ci uniamo a tutti coloro che stanno manifestando in giro per il mondo e in Russia per la pace in Ucraina. Lanciamo infine un appello all'Europa, perché sia veramente garante di pace»

Studenti

«Esprimiamo tutto il nostro sostegno al popolo ucraino e ai Russi che stanno manifestando per la pace - aggiunge Irene Bresciani, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi di Padova - ,Questa è una guerra di Putin, responsabile di un attacco gravissimo che sta mettendo a rischio milioni di persone. Non possiamo immaginare cosa significhi scappare dai missili, svegliarsi e trovare la propria città assediata da un giorno all'altro, oggi siamo scesi in piazza anche per chiedere dei corridoi umanitari, affinché siano messe in salvo quante più persone possibili»

La testimonianza

«La guerra ha cambiato la mia vita - racconta Dasha, una ragazza ucraina che vive a Padova - perché io vengo da Donetsk, e non ho percepito la presenza dei nazisti, non mi sono mai sentita discriminata, anche se il mio cognome è russo e parlo russo. Sono dovuta scappare dall'Ucraina a causa della Guerra a 14 anni. Ho lasciato la scuola, gli amici, la mia vita nel mio paese. Ora che mi trovo in Italia, ringrazio di aver avuto questa fortuna. Ma io voglio che il mio paese venga protetto, che tutti i cittadini ucraini abbiano libertà e diritto alla vita. Da piccola mi chiedevo perché io, ora dico perché noi, perché tutti noi. Nei giorni scorsi ero terrorizzata, ma ora ho della speranza, perché ho ricevuto notizie positive. Gli ucraini stanno mostrando la capacità eroica di resistere all'attacco, ci stiamo difendendo dalla dittatura, dalla privazione della libertà, questa è una resistenza per la pace»

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