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Il Superbonus traina il settore dell'edilizia, oltre 600 nuove imprese nate nel 2021

«Il Superbonus si conferma utile per  continuare a dare fiato a quelle imprese che competono sulla qualità delle realizzazioni piuttosto che sul prezzo» afferma il presidente di CNA Padova, Luca Montagnin

Arriva con il DL Aiuti, approvato ieri 2 maggio in Consiglio dei Ministri, la proroga del Superbonusper le villette. Una notizia che CNA Padova accoglie con favore e che va nella direzione auspicata. Bisognerà però attendere la versione del decreto che andrà in Gazzetta Ufficiale per capire se ci saranno ulteriori modifiche sulla cessione dei crediti, in particolare per quanto riguarda la possibilità di consentire la cessione banca-correntista sempre, e non solo al quarto passaggio. Il Superbonus si conferma essere una misura volano per l'economia e per il rilancio delle imprese di costruzioni esistenti, ma anche per la nascita di nuove imprese. Secondo i dati elaborati da CNA nel Padovano una impresa su dieci è nata negli ultimi due anni. Nel solo 2021 le imprese iscritte in Camera di Commercio sono state 657, con un tasso di natalità del 5,3%, pari ai livelli di vent'anni fa, anni in cui il settore viaggiava a gonfie vele. Natalità elevatissima soprattutto per muratori (10%), installatori di infissi (8,7%) e tinteggiatori (6,4%).

Il Superbonus

«Accogliamo con soddisfazione le recenti misure varate dal Governo, dalla proroga del Superbonus per le unità unifamiliari alla quarta cessione del credito - dichiara il presidente di CNA Padova Luca Montagnin - Il Superbonus si conferma utile per  continuare a dare fiato a quelle imprese che competono sulla qualità delle realizzazioni piuttosto che sul prezzo. Per questo puntiamo molto sul tema dei requisiti per la registrazione di nuove imprese, un “patentino” utile per qualificare il settore e i suoi addetti, ma anche per tutelare i clienti e la sicurezza sul lavoro. Un provvedimento che come CNA proponiamo da diversi anni e che riteniamo sia necessario approvare quanto prima». Ha quasi vent'anni, infatti, una proposta di legge delle associazioni di categoria più rappresentative, prima firmataria la CNA, che andrebbe ripresa e rilanciata. Per iscrivere, e mantenere, una impresa di costruzioni in Camera di Commercio ci vorrebbe una sorta di "patentino", un regolamento in pochi punti ma ben definiti che preveda requisiti professionali e idoneità tecnico-organizzative, titoli di studio idonei e corsi di formazione obbligatori. «Il comparto ha conosciuto nell'ultimo decennio un'enorme evoluzione dal punto di vista tecnologico ed applicativo - spiega il presidente della categoria edilizia di CNA Fabrizio Biancato - Ora più che mai non ci si può improvvisare: capita purtroppo, ad esempio sul tema del cappotto termico, di assistere ad errori di installazione che, nel migliore dei casi, diminuiscono l'efficacia dell'intervento, o peggio, lavori che tra qualche anno saranno completamente da rifare. Ecco perché, in un periodo come quello attuale in cui si continua a parlare di efficientamento degli edifici, di risparmio energetico, di nuove tecnologie, non è più prorogabile una profonda riforma del settore».

I dati padovani

Alla fine del 2021 in provincia di Padova erano attive 12.730 imprese nel comparto delle costruzioni, oltre la metà con sede nella fascia centrale che va dai Colli al Piovese, circa 3.200 nell'Alta padovana e poco meno di 2.600 in Bassa padovana. I dati camerali rilevano come tre su dieci sono propriamente imprese che si occupano della costruzione di edifici, 1.500 (il 12% del totale) sono imprese di impianti elettrici e poco meno, 1.252, quelle di impiantistica termoidraulica. La parte del leone, circa la metà di tutte le aziende delle costruzioni, è rappresentata dalle molteplici attività di completamento e rifinitura degli edifici: ben 1.520 sono i tinteggiatori, circa 900 coloro che si occupano di rivestimenti (piastrellisti, parquettisti, ecc.), e poco meno (846) gli installatori di infissi. Circa 500 sono imprese di intonacatura. Da rilevare che oltre 1.000 attività afferiscono alla professione del muratore, quasi totalmente ditte individuali senza dipendenti, prestatori d'opera su commessa per imprese di costruzioni. Per quanto riguarda la distribuzione delle imprese per periodo di avvio dell'attività, se è vero che il 9% delle imprese può essere a tutti gli effetti definita "storica", essendo operativa da oltre trent'anni, a cui si aggiungono il 15% di imprese che hanno da 20 a 30 anni di lavoro alle spalle, va anche rilevato come una impresa su dieci sia nata negli ultimi due anni, con il picco del 13% delle imprese del "mare magnum" del completamento di edifici, quelle più coinvolte proprio in lavori legati al Superbonus. Se si guarda ai dati di consistenza delle imprese, dopo anni di continua flessione delle costruzioni, il 2021 segna per la prima volta l'inversione di tendenza, con un incremento del 2,3% delle imprese attive (quasi 300 in più in termini assoluti). Crescono le imprese di costruzioni (+2,5%) ma in termini relativi gli incrementi maggiori si leggono nei dati dei muratori (+6,7%), realizzazioni di coperture (+4,3%), infissi (+3,5%). In realtà il numero di nuove attività del comparto che hanno aperto, se considerate in termini di flusso, ovvero senza guardare alle imprese che nel periodo hanno invece chiuso, è decisamente più elevato: le imprese iscritte in Camera di Commercio nel corso del 2021 sono state 657, con un tasso di natalità del 5,3%. Si conferma anche qui una natalità elevatissima per i muratori (10%), gli installatori di infissi (8,7%) ed i tinteggiatori (6,4%). Nel report di monitoraggio del mese di marzo ENEA certifica come il Veneto continui ad essere la seconda regione d'Italia per utilizzo del Superbonus, con quasi 17.800 asseverazioni depositate(12,8% del totale nazionale), per oltre 2,4 miliardi di euro di investimenti. Circa 8.300 interventi, ad oggi, riguardano edifici unifamiliari, poco più di 8 mila unità immobiliari funzionalmente indipendenti e circa 1.400 condomini. L'investimento medio per i condomini è di circa 539 mila euro, poco meno di 111 mila euro negli edifici unifamiliari e circa 94 mila nelle unità indipendenti.

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