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In trecento per salvare il Parco Agricolo del Basso Isonzo

Tantissimi comuni cittadini ma anche rappresentanti politici come l’ex vice sindaco e candidato alla presidenza della Regione, Arturo Lorenzoni che ha proposto di acquisire l'area attraverso un crowfunding che coinvolga tutti i cittadini

Il progetto del più grande parco agricolo urbano della Regione, al Basso Isonzo, rischia di fermarsi di fronte all'urbanizzazione di un'area di 3,7 ettari di proprietà dell'IRA, che vorrebbe costruire un centinaio di unità abitative incrementando ulteriormente il consumo di suolo. Si sono ritrovati in 250 per parlarne. Tanti, tantissimi comuni cittadini ma anche rappresentanti politici come l’ex vice sindaco e candidato alla presidenza della Regione, Arturo Lorenzoni. E’ stato lui tra i primi a intervenire, su invito di Mila Masciadri, presidente della consulta di quartiere.

Il candidato presidente della Regione ha spiegato come mai ci si è ritrovati in questa situazione, spiegando che con Ira e i suoi vertici c’è stato un continuo confronto. Il vice sindaco tra le varie azioni ha proposto un crowfunding condiviso con cui riprendersi l’area senza che si determini danno erariale per l’ente e le conseguenti grane giudiziarie: «L’ unica soluzione é un’azione di crowdfunding per acquistare i 30.000 mq di terreno all’interno del parco agricolo cittadino del Basso, sul quale Banca Etica ha già dato disponibilità per il supporto logistico. Su questa porzione di terreno l’Ira ha in concessione da 10 anni la possibilità di edificare e deve farlo in quanto ente pubblico il presidente, con quale c’è un ottimo dialogo, ha chiesto di realizzare 50 bifamiliari al posto dei condomini ma non l’abbiamo concesso. Questo terreno ha molto valore ma dopo diverse aste andate deserte si è svalutato ora vale 3 milioni per evitare le edificazione potevamo usare la permuta con me per piazzale boschetti ma il comune non ha tanti terreni e quindi la strada non è percorribile».

Tra i tantissimi presenti anche molti volti della politica locale: per quanto riguarda la maggioranza presenti oltre e a Lorenzoni, anche l’assessora al verde Chiara Gallani e il consigliere Marco Sangati. Presenti anche i consiglieri d’opposizione Roberto Moneta di Forza Italia e Giacomo Cusumano del Movimento 5 Stelle. Non si è invece presentato nessuno di IRA nonostante gli annunci. Tra gli intervenuti anche Sergio Lironi presidente onorario di Legambiente e l'assessora all'ambiente Chiara Gallani che ha commentato: «Il parco agricolo del basso isonzo esiste già, sia come parco pubblico, sia come area più ampia un cui privati, cooperative, aziende praticano da anni e sempre più un'agricoltura di qualità e la tutela del terra. Tutto questo e le enormi potenzialità, rischia di essere strozzato da decisioni di dieci anni fa. Dobbiamo trovare una strada per liberarcene». 

Presente anche la candidata de Il Veneto che Vogliamo, Elena Ostanel: «Da troppo tempo si parla del Parco Agricolo Basso Isonzo, e questa sera abbiamo chiesto di riconoscerlo con una delibera chiara dell'Amministrazione comunale, che ha accolto la nostra richiesta. L’assemblea di oggi ha proposto di avviare un percorso di azionariato popolare per l'acquisto dei terreni, proprio come ho visto fare a Toronto: un modo concreto per proteggerci dal consumo di suolo e per mantenere un controllo pubblico, fatto dai cittadini e dalle cittadine che oggi erano qui. Davvero tanti. Se coinvolgiamo tutti gli attori, pubblici e privati, che hanno a cuore il verde, l’agricoltura urbana, la socialità e l’impresa sociale, nessuno ci fermerà».

Molto critico invece il consigliere di Forza Italia, Roberto Moneta presente all'assemblea: «Non si può sentire un candidato alla Presidenza della Regione che propone ai cittadini di comprarsi la terra per evitare la cementificazione del parco agricolo. Gli amministratori locali, scelti e remunerati dal popolo, servono proprio per risolvere i problemi e dare risposte ai cittadini, che non hanno bisogno di un consulente finanziario. Almeno avesse promesso di destinare alla tutela del verde e del territorio i futuri propri emolumenti regionali, forse avrebbe preso qualche voto in più in campagna elettorale». 

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