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Dal tribunale di Padova un grido contro l'uso sommario della legge e della pena capitale in Iran

Iniziativa coordinata e organizzata dai Giuristi Democratici di fronte al Palazzo di Giutizia. Grande partecipazione da parte di avvocati e giudici, rigorosamente in toga, ma anche di tante associazioni e cittadini

Darsi appuntamento di fronte al Tribunale di Padova per denunciare non solo la negazione dei diritti umani ma soprattutto, nella fattispecie, l'uso della giustizia sommaria e conseguenti condanne a morte per chi, soprattutto giovani e giovanissimi, manifesta per le strade dell'Iran, ha un sapore più che simbolico. «Che ci si ritrovi nel luogo e con le persone che rappresentano la legge nella nostra città ha un valore importante. Se con a fianco cittadini e istituzioni dai tribunali d'Italia si alza una voce all'unisono contro queste atrocità commesse del regime iraniana, forse si aprire una breccia. Non è molto quello che si può fare di qui, ma tutto quello che è nelle nostre forze va tentato», spiega l'assessora ai diritti umani Francesca Benciolini. Al suo fianco, che coordina questa importante iniziativa dove si sono ascoltate le voci di chi, da qui, sostiene i famigliari che sono rimasti in Iran e che a Padova vivono da tanto, l'avvocata Aurora D'Agostino. E' lei a dar inizio a questo che è anche una occasione per ascoltare tanti interventi sia della comunità iraniana che vive a Padova che di avvocati e giudici, rigorosamente in toga, numerossissimi. Hanno aderito all'iniziativa promossa dai Giuristi Democratici l'ANM di Padova, Camera degli avvocati di Cittadella, Camposampiero, Este e Montagnana, la Camera Civile di Padova, AIGA, AIAF, gli avvocati di strada e molti altri che si sono aggiunti dopo che l'iniziativa è stata lanciata. 

Intanto in Iran le proteste non si fermano nonostante le esecuzioni e gli arresti.  E' notizia di oggi che una ragazza iraniana di nome Masooumeh è morta a Teheran dopo essere stata arrestata perché si era tolta il velo in classe in segno di protesta. Lo ha fatto sapere il direttore della Ong, con sede a New York, Center for Human Rights in Iran. Sembrerebbe che la ragazza abbia subito ripetute violenze sessuali dalla cosiddetta "polizia morale", mai nome più bugiardo visto che amorale è proprio il loro agire. 

Presidio Tribunale di Padova Giuristi Democratici

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