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Arruolati 480 grandi fumatori per battere il tumore ai polmoni: la sfida dello Iov

La Regione del Veneto ha indicato lo Iov come centro di riferimento regionale per la Rete Italiana per lo Screening del cancro al Polmone, un programma innovativo che inserisce persone ad elevato rischio in un percorso per l’individuazione precoce del cancro polmonare

Target raggiunto: lo Iov - Istituto Oncologico Veneto ha arruolato tutti i 480 grandi fumatori previsti per il programma di screening polmonare che verranno sottoposti a TC spirale a basso dosaggio. La Regione del Veneto ha infatti indicato lo IOV come centro di riferimento regionale per la Rete Italiana per lo Screening del cancro al Polmone (RISP), un programma innovativo che nei Centri partecipanti in varie Regioni d'Italia, inserisce persone ad elevato rischio in un percorso per l’individuazione precoce del cancro polmonare. 

Fumatori

La fase di arruolamento si proponeva di individuare i primi 480 soggetti da avviare al percorso di screening, tra i cittadini forti fumatori o ex forti fumatori di età compresa tra 55 e 75 anni. In poco più di un mese questo primo obiettivo è stato ampiamente raggiunto: il campione (formato da 310 uomini e 170 donne) è stato identificato verificando i criteri di idoneità di ciascuno degli oltre 800 volontari che si sono candidati, provenienti da tutto il Veneto, in particolare dalle province di Padova, Treviso, Venezia e Vicenza, attraverso un contatto diretto. Dalla fine di ottobre l’équipe di Radiologia dello IOV, diretta dalla dott.ssa Francesca Caumo, coordinatrice del programma, inizierà ad effettuare gli esami diagnostici. La programmazione delle giornate TC è già stata avviata e i primi appuntamenti sono già stati concordati con gli interessati. Nonostante il numero di partecipanti prefissato sia già stato raggiunto, la segreteria del programma continuerà a contattare tutte le persone disponibili alla partecipazione, per tenerne conto nell’eventualità di un ulteriore allargamento del campione.

Iov

La dott.ssa Caumo evidenzia come il programma della Rete Italiana per lo Screening Polmonare non ha come obiettivo solo la diagnosi precoce. Infatti in questi giorni i ricercatori dell’Istituto, con la Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria, stanno definendo anche gli ultimi dettagli sulle modalità di collaborazione con la rete dei Centri per la disassuefazione dal fumo della Regione Veneto, presenti in maniera capillare in tutte le Aziende ULSS: collaborare con queste strutture permetterà infatti di poter offrire ad ogni soggetto un supporto per smettere di fumare, puntando quindi anche alla riduzione del rischio di sviluppare il tumore. «La soddisfazione per questo primo risultato - afferma il direttore generale Patrizia Benini - è doppia: da una parte fa piacere vedere come vi sia stata una ampia risposta della popolazione, segno che le persone nella nostra regione sono sempre più attente alla tematica della prevenzione, dall’altra va riconosciuto che questo risultato è frutto di un grande lavoro di squadra. Programmi innovativi come questo, infatti, si realizzano, senza sottrarre risorse alle ordinarie attività diagnostiche, solo grazie al forte spirito di collaborazione e all’elasticità dell’intera équipe: dai radiologi ai tecnici, dagli infermieri, a tutto il personale di segreteria e di sportello». 

Tumore del polmone

Attualmente in Italia si effettuano ogni anno circa 40mila nuove diagnosi di tumore del polmone, il 30% delle quali in persone di sesso femminile. Complessivamente quelle al polmone costituiscono l’11% circa di tutte le nuove diagnosi di tumore (il 15% nei maschi e il 6% nelle femmine). Si calcola che un uomo su 9 e una donna su 37 sviluppi un tumore del polmone nel corso della vita. Il principale fattore di rischio di questa neoplasia è il fumo di sigaretta. Non a caso, negli ultimi anni si è registrata una diminuzione, sia pure modesta, dell’incidenza della malattia negli uomini, associata a una altrettanto modesta riduzione dell’abitudine al fumo (-5,2 per cento/anno in tempi recenti). A questa tendenza fa però riscontro un aumento dei nuovi casi tra le donne (+2,7 per cento/anno) in relazione all’accresciuta abitudine al fumo nel sesso femminile. 

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