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Ucraina, 33 parrocchie pronte ad accogliere i profughi e Caritas raccoglie 380 mila euro

Sono a oggi 33 le parrocchie che hanno segnalato la disponibilità di spazi e strutture, per un totale di circa 150/200 posti

A un mese dall’inizio del conflitto in Ucraina e dall’avvio dell’emergenza per sostenere le popolazioni in fuga, Caritas Padova fa un primo bilancio sulla risposta alla disponibilità dell’accoglienza e sulla raccolta fondi avviata fin dai primi giorni.

Il bilancio

«La generosità delle persone è davvero grande. L’abbiamo verificata fin da subito – commenta Lorenzo Rampon, direttore di Caritas Padova – con l’avvio della raccolta fondi ma anche con la disponibilità di aiuti e di volontariato per l’accoglienza dei bambini e ragazzi provenienti da Leopoli e accolti nella struttura del Seminario Minore di Rubano, che mette a disposizione gli spazi e il vitto. Bambini che il Comune di Rubano ha affidato al personale qualificato e adeguatamente preparato di una cooperativa sociale. Per quanto riguarda la raccolta fondi, ad oggi, abbiamo superato i 380 mila euro. Centocinquantamila di questi saranno girati nei prossimi giorni a Caritas italiana che li veicolerà, attraverso canali sicuri e garantiti, alla rete di Caritas Ucraina e alle Caritas dei paesi confinanti. È fondamentale ora l’aiuto in loco – vista la drammaticità della situazione delle popolazioni che vivono sotto i bombardamenti – e il sostegno alle Caritas dei paesi confinanti che stanno accogliendo le persone in fuga dalla guerra. Secondo le cifre Onu – e sono dati in divenire – la Polonia ha ospitato due milioni di ucraini, la Romania accoglie circa 470mila persone, la Moldavia 350mila, l’Ungheria 270mila e la Slovacchia 220mila. Il resto dei fondi raccolti sono destinati al sostegno dei bambini a Rubano e ad altri progetti di sostegno all’emergenza Ucraina e ai profughi ucraini». Sono a oggi 33 le parrocchie che hanno segnalato la disponibilità di spazi e strutture, per un totale di circa 150/200 posti. La metà sono state già messe in contatto con le cooperative sociali più adeguate e vicine territorialmente e si sono avviati i sopralluoghi o, in fasi più avanzata, l’accoglienza vera e propria. La disponibilità va da appartamenti ad ambienti delle ex scuole materne a varie canoniche al momento non utilizzate, ma idonee a ospitare. «In questa fase emergenziale – riprende il direttore di Caritas Padova, Lorenzo Rampon – è stata manifestata e raccolta una grande disponibilità di cittadini ad accogliere persone in fuga dall’Ucraina su tutto il territorio della diocesi, che va certamente sostenuta e non mortificata, ma richiede tuttavia un attento discernimento sulle singole situazioni; soprattutto per la particolare condizione di vulnerabilità delle persone che arrivano, che potrebbe esporle al rischio di cadere in situazioni pericolose, ambigue e inaffidabili. Considerata la delicatezza della situazione, attendiamo indicazioni puntuali da parte della Protezione Civile che sta strutturando, anche in collaborazione con Caritas Italiana, un sistema, oltre ai CAS e al SAI, di accoglienza esterna».

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