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Udu: dubbi sulle lezioni in presenza all'Università

Virginia Libero, rappresentante dell’UDU Padova in Senato Accademico: «Come studenti finora non abbiamo ottenuto le garanzie che avevamo richiesto: un rientro sicuro che potesse garantire lezioni in presenza per gli studenti e le studentesse dell’ateneo»

Il 28 settembre sono ripartite le lezioni in presenza nell’ateneo, eppure in alcuni dipartimenti ci sono stati degli imprevisti che hanno impedito il ritorno in aula per gli studenti. A muovere le critiche il sindacato studentesco Udu Padova: «Nei giorni precedenti alla riapertura c’è stata un po’ di confusione nelle varie sedi dell’ateneo” dichiara Agnese Maiocchi, rappresentante in Consiglio di Amministrazione del’Ateneo “in alcuni dipartimenti le lezioni hanno subito bruschi cambi di orario con un tempo di preavviso minimo, in altri alcuni insegnamenti sono slittati addirittura di una settimana a causa di problemi tecnici nelle aule, non ancora predisposte per l’erogazione della didattica in modalità duale, altri ancora hanno adottato la prenotazione del posto in presenza, una modalità che avevamo vivamente sconsigliato all’ateneo».

Garanzie

Continua Virginia Libero, rappresentante dell’UDU Padova in Senato Accademico: «Come studenti finora non abbiamo ottenuto le garanzie che avevamo richiesto: un rientro sicuro che potesse garantire lezioni in presenza per gli studenti e le studentesse dell’ateneo. Le matricole sono ancora un po’ disorientate e gli anni successivi non hanno ricevuto la stessa attenzione dei primi, avendo perlopiù lezioni telematiche. Dopo questi, anche legittimi, inciampi iniziali, sarà necessario avviare un confronto al più presto per rimodulare l’erogazione della didattica».

Tassa

Conclude Pietro Notarnicola, rappresentante dell’UDU Padova in Senato Accademico: «Rimane anche il problema della contribuzione: gli studenti giustamente si domandano perché dovrebbero pagare una tassa di quasi 600 euro per un servizio quasi completamente telematico! è necessario fare uno sforzo in più e venire incontro ai diretti fruitori dei servizi dell’ateneo, gli studenti. E’ il momento di sfruttare gli oltre 200 miliardi ricevuti con il recovery fund per ripensare il percorso dell’istruzione superiore, garantendo la gratuità per una fascia di studenti molto più ampia di quella attuale e aumentando la platea di beneficiari alla borsa di studio».

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