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LA GUERRA

Udu: Serve un programma nazionale per l'accoglienza degli studenti di zone a rischio

Gli studenti hanno lanciato una fotopetizione

Oggi 20 giugno, in occasione della Giornata Internazionale dei Rifugiati, studenti e studentesse dell'Università di Padova, insieme alle associazioni Udu - Unione degli Universitari e con il supporto di Sar Italy - Scholars at Risk, hanno lanciato una fotopetizione per chiedere subito un programma nazionale per l'accoglienza di studentesse e studenti in zone a rischio.

La guerra

«La terribile e attuale guerra in Ucraina è solo l'ultimo degli esempi delle tante crisi internazionali che mettono a rischio studenti e ricercatori nel loro percorso di studio e lavoro - scrivono in una nota - .Anche in questa occasione sono stati i singoli atenei ad aver sostenuto con proprie risorse l'inserimento di studenti e studentesse dall'Ucraina per permettere loro di continuare a studiare, come successo anche per l'Università di Padova».

Programma nazionale

«Per questo serve subito un programma nazionale, con maggiori finanziamenti statali, per ampliare la platea di beneficiari, sostenendo i costi per studio e alloggio, garantendo al contempo un supporto psicologico e un sostegno legale per gli studenti e le studentesse che vengono accolti nei nostri atenei. Questa settimana il tema verrà ulteriormente discusso e sviluppato durante il convegno internazionale “Libertas. Spaces and practices of academic freedom” che si terrà a Padova dal 22 al 24 giugno, a celebrazione degli otto secoli di continuo impegno per la tutela e la promozione della libertà accademica».

Udu

«Purtroppo le crisi internazionali sono sempre più frequenti, pensiamo anche all'anno scorso a quanto successo in Afghanistan - spiega Domenico Amico, Coordinatore di Studenti Per Udu Padova - La nostra Università in queste occasioni ha cercato di fare la sua parte, ma spesso è insufficiente. Per questo ci rivolgiamo direttamente al nostro Governo e ai Ministeri competenti, perché non possiamo più sopportare sempre più guerre e violenze che distruggono vita, studio e futuro di tante e tanti giovani. Dobbiamo proteggere in tutti i modi possibili il diritto allo studio, perché un futuro senza più guerre e discriminazioni si costruisce solo a partire dai luoghi di istruzione e formazione»

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