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Piccole imprese a rischio usura, Ascom: "Banche troppo rigide"

Padova è 33esima nella classifica del riciclaggio. Il presidente dell'associazione di categoria punta il dito contro gli istituti di credito: "Sono escluse dalla possibilità di un prestito trasparente. Il pericolo è quello di finire vittime dei cravattari"

Ascom lo definisce come «il classico cane che si morde la coda», in cui chi ha un credito in sofferenza, poi finisce nello schedario degli insolventi della Centrale Rischi della Banca d’Italia. Scattano le negazioni per prestiti delle banche e delle finanziarie. Padova è al 33esimo posto nella classifica del riciclaggio.

Bertin

«Come ha documentato la Cgia di Mestre sono poco più di 176 mila le imprese italiane che presentano crediti in sofferenza. Ebbene: escluse dalla possibilità di un prestito trasparente queste piccole e medie imprese rischiano di finire vittime dei “cravattari” con conseguenze disastrose non solo per l’attività ma anche per la famiglia» sostiene il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin.

Riciclaggio

Che le cose non vadano benissimo lo dimostrano anche le segnalazioni di riciclaggio alla Banca d’Italia, che vedono Padova attestata al 33° posto nazionale con 1631 segnalazioni nel 2020 (un po’ meno rispetto alle 1836 del 2019) e con un’incidenza di 174,7 segnalazioni ogni 100mila abitanti.

Soluzioni

Esiste un fondo per la prevenzione dell’usura ma è anche vero che non è particolarmente promosso: «Le banche, anche a causa dei consumi che si sono drasticamente ridotti, hanno incamerato soldi a valanga che però, vuoi perché gli investimenti ancora languono, ma soprattutto perché a quelli cui servirebbe il credito è precluso, non sanno come investirli». Ecco allora la proposta: «Intervenga a garanzia delle banche il Mediocredito Centrale che già nell’emergenza Covid 19 si è occupato della gestione del Fondo di garanzia, supportando il sostegno alla liquidità di imprese, start up e professionisti. Potrebbe essere un intervento concordato con le associazioni di categoria – continua il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – che conoscono le imprese aderenti e che quindi potrebbero svolgere un ruolo importante».

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