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Di chi è il verde urbano? Uno studio dell’Università mappa il verde di Padova

La ricerca è stata pubblicata da una importante rivista internazionale. Indicatori in linea con l’Europa ma non in Centro e all’Arcella

Lo stato di salute del verde a Padova è finito sulla rivista scientifica International Journal of Geo-Information, che ha pubblicato lo studio geografico "Whose Urban Green? Mapping and Classifying Public and Private Green Spaces in Padua for Spatial Planning Policies" (“Di chi è il verde urbano? Mappatura e classificazione delle aree verdi pubbliche e private a Padova, a supporto di politiche per la pianificazione territoriale”).

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Uno studio messo a punto, nel Dipartimento ICEA (Università di Padova), dal gruppo di ricerca “Cambiamenti climatici, territori, diversità”, coordinato dal prof. Massimo De Marchi, nell’ambito della ricerca sulla sostenibilità urbana. La rivista scientifica, molto nota nel settore delle analisi territoriali, è specializzata in studi che utilizzano dati telerilevati, ossia acquisiti da piattaforme aeree come satelliti, aerei e droni. L’articolo è stato pubblicato all’interno di una sezione speciale dedicata alla pianificazione sostenibile e la valutazione delle infrastrutture verdi nelle città del futuro. I risultati mostrano che, tra gli spazi verdi totali della città (52 km2), più della metà sono rurali.

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È importante infatti evidenziare come siano stati mappati 29 km2 di verde agricolo, valore che corrisponde a quasi un terzo della superficie dell’intero territorio comunale» dice il Prof. De Marchi. Inoltre «le aree verdi private sono 42 km2 e rappresentano l'80% del verde totale, mentre all'interno delle aree pubbliche meno del 10% sono di proprietà comunale (5 km2). Questo il dato più evidente di una ricerca rigorosa e dettagliata.

Lo studio

Spiega la dott.ssa Francesca Peroni, dottoranda della sezione di geografia del DiSSGeA e corresponding author dello studio: «Il calcolo degli indicatori sulla qualità del verde urbano, la localizzazione e la classificazione delle aree verdi sulla base dello stato di proprietà sono oggi elementi imprescindibili per una pianificazione e gestione urbana sostenibile e, come spesso si sente recitare, “resiliente”. In numerose città europee come Berlino e Copenhagen, interventi e misure chiamate “Nature-based” – ossia basati sulle funzioni e sui servizi derivati dagli ecosistemi urbani – sono strutturali nella pianificazione urbana. Per tale motivo abbiamo tenuto conto nello studio anche del verde privato, in quanto giardini e aree agricole, presenti in maniera preponderante nella città di Padova, anche se non sono direttamente accessibili e fruibili da tutta la popolazione sono importanti “fornitori” di servizi ecosistemici di mitigazione alle criticità ambientali della città: inquinamento atmosferico, isole di calore, rischio idraulico e idrogeologico solo per citarne alcune. Per questo motivo giardini e aree agricole dovrebbero essere considerati, insieme alle aree verdi pubbliche accessibili, componenti fondamentali del verde urbano per una pianificazione sistemica ed inclusiva della città. Inoltre, la disomogeneità nella distribuzione e nell'accesso richiederebbero soluzioni differenziate ed integrate per rendere il verde urbano più inclusivo: dall’apertura delle aree verdi pubbliche a tutti i cittadini, come scuole e università, alla rigenerazione di spazi abbandonati o sottoutilizzati, come caserme e aree dismesse».  

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«Lo studio - spiega il professor Salvatore Pappalardo – calcola alcuni indicatori utilizzati per valutare la qualità del verde urbano, rivelando che la città di Padova presenta 247,3 m2 di verde totale pro capite includendo nel computo sia le aree verdi pubbliche (comunali e non), sia quelle private, sia quelle agricole. Tuttavia, considerando il verde pubblico, i valori passano a circa 48 m2 pro capite, e scendono a meno della metà (23,7 m2 pro capite) se si calcola solamente il verde di competenza comunale. Si tratta di valori medi in linea con gli standard europei, se calcolati sull’intera città, senza guardare come il verde urbano sia geograficamente distribuito sul territorio urbano. Tale indicatore assume infatti altri valori se si tiene conto di come sia diversamente distribuito il verde in città, anche in rapporto alla densità di popolazione in ciascuna unità urbana. Calcolato sulle unità urbane più densamente popolate, come ad esempio il centro storico e l’Arcella, mostra valori drasticamente più bassi, sia di verde totale che di verde comunale pro capite (quest’ultimo con valori da 1,1 a 7,6 m2/abitante), a causa della notevole quantità di aree edificate e impermeabilizzate». In conclusione, «la gestione delle aree verdi urbane è un tema cruciale nella pianificazione urbana ed acquisirà sempre più importanza nel futuro, specialmente in scenari urbani dove gli effetti dei cambiamenti climatici in combinazione con criticità ambientali già esistenti come il consumo di suolo possono accrescere la fragilità di territori già compromessi».

La ricerca continua: l’indagine cittadina

La ricerca del gruppo “Cambiamenti climatici, territori, diversità” non finisce qui ma continua con un’indagine online rivolta alla cittadinanza padovana per comprendere come siano vissuti parchi pubblici, aree verdi, terreni agricoli e orti urbani e quali siano i valori sociali ed ambientali ad essi attribuiti. A questo link è possibile compilare il questionario (la sua compilazione è completamente anonima) e i risultati saranno poi utilizzati esclusivamente per fini di ricerca scientifica.

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