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Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità Legnaro

Il presidente Bui in visita ai Laboratori nazionali di Legnaro dell’Istituto nazionale di fisica nucleare

«Qui le idee possono nascere, crescere e viaggiare e le cose impossibili diventano sfide da affrontare con la curiosità e la tenacia che si contraddistinguono nel mondo della scienza per allargare la nostra conoscenza»

Fiore all’occhiello della Provincia di Padova, i Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare occupano un’ampia area fuori dal centro abitato di Legnaro, al confine con il comune di Ponte San Nicolò. Sono circa 250 le persone (145 di staff) che accedono ai laboratori e una media annuale di 700 utenti esterni.

La storia e le innovazioni

Fondati nel 1961 come centro di ricerche nucleari del Veneto, nel 1968 diventano il secondo laboratorio nazionale dell’INFN e oggi sono un punto di riferimento per la ricerca in campo internazionale. Lo sviluppo e la realizzazione di acceleratori e rivelatori di particelle rendono i Laboratori Nazionali di Legnaro (LNL) un centro di ricerca di eccellenza nel campo della fisica nucleare di bassa energia, nonché per gli sviluppi di alta tecnologia. Gli acceleratori in operazione ai LNL forniscono fasci di ioni per studi di fisica e astrofisica nucleare, da condurre con la sofisticata strumentazione installata nelle sale sperimentali (gli apparati AGATA, PRISMA, PISOLO, GALILEO, GARFIELD), oltre che per progetti di fisica interdisciplinare.

I progressi

Le parole chiave dei LNL sono quindi ricerca fondamentale e applicazioni di interesse per la società. L’utilizzo delle tecniche e della strumentazione proprie della fisica nucleare ha permesso infatti di fare importanti progressi in diversi ambiti. Basti pensare alla misura di specifici rapporti isotopici con la tecnica di spettrometria di massa con acceleratori per la datazione di reperti geologici o archeologici, o all’analisi con fasci di ioni della composizione di campioni di diversa natura e di aerosol (analisi del livello di concentrazione delle polveri sottili in campo ambientale). Sono altrettanto importanti i progressi resi possibili dalla fisica nel campo della diagnostica e terapia medica, sia attraverso lo sviluppo delle maggiori macchine diagnostiche (TAC, Risonanza Magnetica, PET etc.), sia attraverso la produzione di radiofarmaci specifici.

Territorio e ricerca

«Solo poche settimane fa ho partecipato con orgoglio e interesse al sessantesimo anniversario di attività dei laboratori padovani. – ha spiegato il presidente Bui – Il nostro territorio e la ricerca sono un binomio che ha fatto scrivere e continua a far scrivere pagine di eccellenza di livello internazionale. I nostri ricercatori stanno facendo brillare Padova in Italia e all’estero grazie alla formazione e alle competenze acquisite in centri come i Laboratori Nazionali di Legnaro dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Siamo in una fase di passaggio epocale in cui servono competenze scientifiche e tecniche. Il premio Nobel assegnato al fisico Giorgio Parisi è stata un’occasione per accendere i riflettori sulla qualità della ricerca italiana, un vanto di cui dobbiamo andare fieri. Ringrazio la direttrice Fabiana Gramegna per l’ospitalità: ci tenevo a visitare questi laboratori e a toccare con mano la qualità del lavoro che qui viene svolto ogni giorno. Come Provincia siamo a disposizione per ogni attività di divulgazione e promozione perché gli studenti possano conoscere da vicino le opportunità che il loro territorio ha da offrire. È importante che le Istituzioni facciano squadra per poter agevolare i tanti interessanti e prestigiosi progetti che possono prendere forma in questi laboratori, come SPES».

Fasci di ioni radioattivi

Al più tardi nel 2025, sarà operativo SPES: un progetto ambizioso e unico a livello internazionale. Si tratta di una infrastruttura per la produzione di fasci di ioni radioattivi che permetterà di ottenere nuove e importanti informazioni sulla struttura di nuclei esotici, ossia di nuclei instabili a vita breve che, normalmente assenti sul nostro pianeta, vengono prodotti nelle fasi avanzate dell’evoluzione stellare.

SPES

Il cuore di SPES è il ciclotrone di alta intensità per protoni con energia fino a 70 MeV, che produrrà ioni radioattivi i quali, una volta selezionati con opportuni sistemi magnetici, verranno successivamente riaccelerati e inviati su specifici bersagli, a seconda del tipo di processo da studiare. SPES sarà anche utilizzato per lo sviluppo e la produzione di radioisotopi innovativi per la diagnostica e la terapia in ambito medico. Sempre nel campo applicativo, SPES permetterà inoltre di realizzare una sorgente intensa di neutroni che potrà essere utilizzata per la validazione di dati per reattori di IV generazione e per lo studio del danneggiamento da radiazione di materiali e dispositivi di interesse per l’industria elettronica e aerospaziale.

Due anime

«È veramente con piacere e con grande orgoglio che mostriamo l’importante lavoro che viene svolto nei nostri Laboratori, che, come ricordato dal presidente Bui, hanno compiuto quest’anno i 60 anni dalla loro fondazione. – ha dichiarato la direttrice dei LNL dott.ssa Fabiana Gramegna – Le attività svolte nei nostri Laboratori hanno sempre avuto una duplice anima, quella dello studio della fisica fondamentale da una parte e quello della applicazione delle conoscenze acquisite a vantaggio della società. I laboratori sono cresciuti negli anni e sono ora riconosciuti a livello internazionale, e tutto questo è stato possibile grazie all’impegno di tutto il personale che si è susseguito in questi anni e dei Direttori che mi hanno preceduta, con il passaggio di esperienze e conoscenze e lo sviluppo di diverse attività, che sono state sempre all’avanguardia, pur nelle differenti epoche storiche. Questo è un luogo di cultura e di formazione dove è un privilegio lavorare e fare esperienza, perché chiunque abbia l’occasione di passare di qui, anche per breve tempo, si porta via un bagaglio di crescita e di consapevolezza che può sfruttare in ogni occasione della propria vita. Qui le idee possono nascere, crescere e viaggiare e le cose impossibili diventano sfide da affrontare con la curiosità e la tenacia che si contraddistinguono nel mondo della scienza per allargare la nostra conoscenza».

L'incontro

Oltre alla dott.ssa Gramegna, il Presidente Bui ha incontrato il responsabile della Divisione Ricerca dott. Enrico Fioretto, il responsabile del Servizio Comunicazione Scientifica e Documentazione dott. Andrea Gozzelino, il personale del Servizio Ciclotrone (dott. Mario Maggiore, dott. Piergiorgio Antonini, sig. Lorenzo Pranovi), il sig. Michele Bello del Laboratorio di Radionuclidi ed Imaging molecolare, il Servizio Utenti (dott. Vincenzo Volpe, sig. Davide Rosso), il responsabile del Servizio Operazione Macchine Acceleratrici dott. Osvaldo Carletto.

Foto articolo da comunicato stampa
 

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