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Zaia: «Più ricoveri che dimissioni, siamo preoccupati. Coi vaccini debellato virus dagli ospedali»

«Quando i ricoveri superano le dimissioni vuol dire che c’è un trend che sta cambiando. Negli ospedali grazie ai vaccini i focolai si sono dileguati»

Comincia diversamente dal solito il punto stampa dalla sede della Protezione Civile di Marghera dal quale il Presidente della Regione Luca Zaia aggiorna sull’andamento della pandemia: «Siamo andati a salutare il sindaco Alessandro Bolis, c’era tutta la comunità in piazza. Va ancora il mio pensiero ad Alessando, alla moglie Marta e il piccolo Giovanni, di cinque anni». Lo dice con voce sinceramente emozionata il Presidente Luca Zaia, appena giunto dal Comune di Carmignano di Brenta nel giorno dell’ultimo saluto al giovane Sindaco. Alla conferenza stampa è presente anche il prof. Flor.

Dati

Il Presidente ha come ogni giorno dato i dati aggiornati sulla diffusione del virus: «Più di sette milioni di test fatti sulla popolazione. Questo è un record», sottolinea subito. Ma lo fa intendere subito, non c’è molto di cui essere contenti: «I positivi in Regione sono 1062 su poco più di 37mila tamponi: l’incidenza è del 2,81%. Ci sono 1394 ricoverati: 1255 in area non critica, oggi c’è un aumento di 46 ricoveri, primo giorno di risalita . Ci sono 139 malati nelle terapie intensive, che aumentano di tre. I deceduti sono stati 21 nelle ultime ore. 15725 sono le persone dimesse fino a ora».

Segnali

«Il bollettino sta cominciando a dare dei segnali. Quando i ricoveri superano le dimissioni vuol dire che c’è un trend che sta cambiando. Il virus non è scomparso e le notizie che arrivano dalla Lombardia ci fanno preoccupare. Serve ancora l’aiuto di tutti. In queste ore ci sentiremo con i colleghi delle regioni e il Ministro Gelmini, circa le misure da adottare. Noi auspichiamo di scriverlo insieme al Governo, il nuovo Dpcm».

Dpcm

Zaia dice qualcosa in più rispetto al Dpcm che immagina: «Questo è il Dpcm che rappresenta lo spartiacque tra l’inverno che chiude e la primavera che arriva. La salute viene prima di tutto ma servono aiuti anche dal lato economico. Ci sono studi rispetto agli effetti del lockdown che mette in evidenza quanto sia importante l’uso dei dispositivi. La protezione è la prima regola che va seguita. L’unica misura non può essere chiudere tutto, non ce lo possiamo permettere. Quando ci si chiede quando se ne uscirà dipende dalla capacità di vaccinare intere comunità. Questo significa svuotare gli ospedali.I 185mila operatori sanitari vaccinati hanno permesso di liberare dal virus gli ospedali. Più corriamo nel vaccinare più si va verso la messa in sicurezza dei cittadini».

Vaccini

Nella conferenza stampa è intervenuto anche il dottor Flor. Subito ha dato la notizia sui vaccini in arrivo: «Al netto degli otto milioni di dosi di cui si annuncia la fornitura, ad oggi abbiamo una fornitura di 610mila dosi. A marzo potremo quindi vaccinare molto di più.Pensiamo di poter partire vaccinando un numero superiore a quello preventivato».

Preoccupazione

Anche il Prof. Flor parla dei dati, e manifesta seria preoccupazione: «Prima giornata in controtendenza andamento epidemia. Fino a ieri lento calo quotidiano, nelle prossime ore cercheremo di capire la fonte di contagio per questi nuovi casi. I ricoverati arrivano spesso già in condizioni critiche. Siamo allerta per capire le modalità di questi nuovi contagi. E’ un segnale che non ci saremmo aspettati, da subito i pazienti li ricoveriamo in terapia intensiva. La rianimazione continua a dimettere ma il numero degli ingressi è maggiore, più delle dimissioni». Nessuna la nomina ma aleggia il fantasma della terza ondata: «Quando dicevamo che la malattia continua ad essere presente ci deve far riflettere sui comportamenti». Poi Flor parla di centri urbani dove non si sono rispettate le regole: «Ho visto in certe piazze domenica scorsa situazioni non corrette, non possiamo allentare le misure di contenimento che devono essere rispettate. Questi sono numeri non sono opinioni. Dopo 53 giorni di calo oggi si presentano nuovi casi di ricoveri entrati negli ultimi giorni in ospedale e sono tanti. Dovremo capire dov’è la sorgente, qual’è la catena che ha portato a contagiare singole persone. La maggior confidenza presa nelle attività personali può essere pericolosa».

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