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Quando un cromosoma fa la differenza: Anna, piccolo vulcano “che sorride alla pioggia”

"Non è un trattato sulla sindrome di down o un racconto tecnico dedicato al mondo della disabilità, ma una narrazione molto divertente di una famiglia che non ha nulla di speciale"

“Anna che sorride alla pioggia” è un libro scritto da Guido Marangoni, nato dalla sua inguaribile positività di padre, ingegnere informatico e comico per passione che ha raccontato la storia della sua famiglia e dell’arrivo della piccola Anna, una bambina affetta da sindrome di Down. Dopo la creazione della fortunata pagina Facebook: “Buone Notizie secondo Anna”, Marangoni ha scelto stupito tutti, con un’altra iniziativa che ha messo a nudo in maniera simpatica le vicissitudini legate alla sua storia personale.

Com’è nata l’idea di scrivere questo libro?

In realtà mi è stata proposta dalla editor Lara Giorcelli di Sperling & Kupfer come naturale continuazione del messaggio che vogliamo portare con la pagina Facebook “Buone notizie secondo Anna” e cioè che dietro alla sindrome di Down e a qualsiasi disabilità esplicita, si nasconde una persona. Quella persona, se la incontri, è sempre una buona notizia. Scriverlo è stata un’avventura straordinaria. Raccontare la dimensione più intima e fragile di sé stessi e della propria famiglia potrebbe sembrare una debolezza, in realtà si è rivelato uno scrigno di opportunità. Anche chiedere perdono, come umilmente ho provato a fare, potrebbe sembrare un po’ anacronistico, ma il raccontarlo mi ha donato una libertà davvero potente. Affrontarlo con profonda leggerezza fa anche tanto ridere. Questo libro è stata una delle più bella occasioni per riappropriarmi del privilegio di raccontarsi.

Che messaggio vuole lanciare con la pubblicazione?

La sindrome di Down è solo un pretesto che mette in evidenza dinamiche che riguardano tutti. Quando mi è stata annunciata la trisomia 21 di Anna, la notizia ha occupato tutta la mia mente e le mie paure, come spesso accade quando incontriamo la diversità. Mia moglie Daniela, in quell’occasione, ha voluto subito sapere se la creatura in arrivo era un maschio o una femmina. Si era già concentrata su “chi” stava arrivando e non su “cosa” stesse arrivando. Questa preziosa dinamica ha cambiato per sempre il mio modo di incontrare le persone con le loro diversità. Il filo rosso che tiene la storia del libro altro non è che un invito ad abitare quella zona di imbarazzo che abbiamo quando incontriamo la diversità. Con il sorriso e non prendendoci troppo sul serio, vogliamo tentare di rendere quella zona più facile da co-abitare perché è la zona più fertile e profonda dove avvengono gli incontri con le altre persone.

Come sta Anna, come va la sua vita?

Anna sta benissimo. E’ un vulcano di energia e come tutti i bimbi ha una gran voglia di giocare, scoprire e provare. In realtà la dimensione dove prestate più attenzione è quella dei limiti che a volte, involontariamente, metto ad Anna per proteggerla. Ci sono anche le difficoltà, le nuove cose da scoprire, ma Anna ha appena iniziato la scuola materna ed è entusiasta delle sue maestre e dei suoi nuovi amici. Insieme affronteremo i momenti di salita che ci saranno e che, nella maggior parte dei casi, dovrà affrontare lei. Noi saremo sempre al suo fianco e nella mia vita non ho ancora incontrato qualcosa per cui valga la pena lottare che non sia difficile. 

E' cambiato qualcosa dopo la "notorietà" che ha avuto?

Non è cambiato nulla, anche perché parlare di “notorietà” mi sembra eccessivo. Certamente la visibilità della pagina Facebook “Buone notizie secondo Anna” e ora il libro “Anna che sorride alla pioggia” ci stanno regalando situazioni divertenti. La cosa più bella rimane l’incontro con le persone. Moltissime ci scrivono e si raccontano quando le incontriamo. Condividere le proprie storie è una strada da percorrere tutti insieme.

Che cosa racconta in questo libro?

La nostra storia, dal giorno in cui abbiamo scoperto di essere in attesa di Anna fino ad oggi. Non è un trattato sulla sindrome di Down o un racconto tecnico dedicato al mondo della disabilità, ma una narrazione molto divertente (nel libro si ride moltissimo, nda) di una famiglia che non ha nulla di speciale, anzi oserei dire “normale”, anche se sappiamo bene che questo termine non vuol dire nulla. Racconto le gioie, le paure, le difficoltà e l’amore che ci unisce. Concludo il libro dicendo: “Questo ringraziamento non ha un nome, ma dieci, cento, mille sguardi e incontri che hanno contribuito alla scrittura della nostra storia. Non è davvero possibile elencarli tutti, ma se per caso hai riconosciuto tracce di te in qualche riga di questo libro, non dubitare...sono proprio le tue!” Ricevere centinaia di messaggi dove persone, a volte del tutto sconosciute, che nulla hanno a che fare con il mondo della disabilità e che si riconoscono confidandoci parte delle loro storie, è una delle gioie più grandi che io abbia mai provato.

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