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Giovedì, 25 Aprile 2024
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MERICORDO. Germano Mosconi, un giornalista di vecchio stampo

di Gianni Trivellato - Lo conobbi in occasione di una trasferta a Rotterdam, in Olanda, al seguito della nazionale. Gli dissi che avevo paura di volare e mi tenne a battesimo a modo suo, con la sua innata carica di provocazione e ironia

Lo incontrai la prima volta in occasione di una trasferta a Rotterdam, in Olanda, al seguito della nazionale. Lui caposervizio e giornalista già affermato all'Arena di Verona, io alla mia prima esperienza di inviato del Piccolo di Trieste. Per me era anche il primo viaggio in aereo, praticamente un debutto nei cieli. Seduto accanto a me, quando gli dissi che avevo una certa paura di volare mi tenne a battesimo a modo suo, con la sua innata carica di provocazione e di ironia. Il giorno della partita, persa dall'Italia per un rigore che non c'era (ricordo benissimo che l'arbitro era un russo) in tribuna ci trovammo accanto al radiocronista Rai Enrico Ameri, che giunse in postazione pochi attimi prima dell'inizio della partita, avendo fatto tardi in albergo. E proprio Germano lo aiutò a sistemarsi al microfono e gli passò in gran fretta le formazioni. ''Se vuoi fare strada in questo mestiere - mi bisbigliò poco dopo strizzandomi l'occhio - oltre a non aver più paura dell'aereo, devi soprattutto farti amici i colleghi più anziani. Collaborare con loro non significa tradire la tua testata''. Eran proprio altri tempi, anche nel giornalismo.

UNA SERATA ITALIANA. Tornando a quell'esperienza vissuta in Olanda, mi piace anche ricordare quanto successe la sera prima, quando proprio con Mosconi e altri colleghi andammo a mangiare in un ristorante del centro, pieno di olandesi. Nonostante il locale fosse molto grande, pareva di essere in chiesa: luci soffuse, toni molto contenuti. Ci trovammo a dover parlare al nostro tavolo quasi sottovoce per non disturbare gli altri clienti. Da bravi italiani ci fermammo fino alla chiusura e stavamo per alzarci ed andare via quando arrivò un signore che, sorridendo, ci disse: "Vi ho sentito parlare, voi siete italiani, io sono il proprietario del locale ma vengo da Venezia. Sopporto questi olandesi perchè mi danno da vivere, ma ora vorrei respirare con voi un po' di Italia!''. E fu proprio Mosconi a farlo sedere tra di noi e tra battute, canti e risate andammo a dormire attorno alle quattro.

UN TORTO IMMERITATO. Germano mi piace ricordarlo così, sempre carico di entusiasmo, un po' istrionesco, carattere piccante ma sempre spontaneo, poco attento alle formalità soprattutto nel linguaggio, come appunto succedeva quando si era messo a lavorare in tv. Proprio per questo, qualche anno fa, gli è stato usato un torto immeritato. Pacato e misurato quando era in diretta, spesso reagiva con una certa vivacità fuori onda, usando un linguaggio non propriamente forbito e con qualche esclamazione oltre le righe. Ci fu chi, mascherandosi dietro l'anonimato, trasmise in internet questi fuori onda e Germano ottenne una ulteriore notorietà in tutta Italia, e perfino all'estero. Lui però non gradì affatto questa notorietà e presentò denuncia nei confronti di chi, restando sconosciuto, gli usò un simile poco gradito ''omaggio''. Offendendo oltre che la sua dignità di uomo anche la sua grande, indiscutibile professionalità. E come grande professionista oggi, nel momento della sua scomparsa, vogliamo e dobbiamo ricordarlo.

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