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MERICORDO. Lucia Valentini, un amore per la musica e per il mondo

Gianni Trivellato - Un doveroso omaggio alla grande cantante padovana, diventata un celebre personaggio nel mondo della musica lirica mondiale e che esordì come attrice negli spettacoli teatrali di don Tessarolo al Torresino

I più ''maturi'' tra gli abitanti del Torresino ricorderanno certamente che, sul finire degli anni cinquanta, esisteva in parrocchia una piccola sala nella quale, tre o quattro volte all'anno, andavano in scena alcune commedie della più tipica tradizione veneta. E, fatto abbastanza curioso, il regista di queste rappresentazioni era lo stesso parroco, don Tessarolo, che oltre a gestire con meticolosa fedeltà la sua funzione di pastore delle anime, aveva anche innata una grande passione per il teatro. Così, grazie a questa passione, dopo aver attentamente setacciato il rione, aveva raccolto una decina di più o meno giovani aspiranti attori con i quali preparava e mandava in scena rappresentazioni prevalentemente di Carlo Goldoni o di Giacinto Gallina.

GRANDE ENTUSIASMO. Per arrivare alle attese serate della recita, (sì, c'ero anch'io a vivere quell'esperienza prima di essere totalmente assorbito dalla mia futura professione), ricordo per quante settimane fossimo impegnati nelle prove, in una sala che soprattutto d'inverno, gelida com'era, non si conciliava con una tranquilla e serena interpretazione del copione. Ma anche la nostra passione era tanta, sincero l'entusiasmo, anche se spesso e volentieri l'insolito regista era costretto a richiamarci all'ordine per la nostra ''vivace'' presenza. E tra gli aspiranti attori figurava anche quella che, qualche anno dopo, sarebbe diventata un celebre personaggio nel mondo della musica lirica mondiale.

SUBLIME INTERPRETE DI ROSSINI. Credo che pochi di noi avrebbero immaginato la imminente fulgida carriera di Lucia Valentini, un soprano destinata ad incantare il mondo come sublime interprete della musica rossiniana, ma non solo. Soprattutto perchè Lucia, che già dimostrava doti non comuni anche come attrice, dotata insomma di un'ottima presenza scenica, si mostrava una ragazza semplice, spontanea, sempre disposta al dialogo e al confronto con tutti, senza alcuna idea di grandezza, e tale rimase anche una volta raggiunto il successo a livello mondiale. Rileviamo dalla sua biografia che esordì a Brescia nel ruolo di Angelina nella Cenerentola, ma la sua definitiva consacrazione come cantante avvenne con la vittoria ottenuta nel 1973 al concorso indetto dalla Rai per le nuove voci rossiniane. Da qui le trionfali esibizioni, negli anni successivi, alla Scala di Milano e nei teatri di Chicago, Buenos Aires, Vienna, Tokyo, Mosca, Londra, Washinton.

LE NOZZE CON TERRANI. Sempre nel 1973, all'inizio della sua fulgida carriera, conosce e poi si lega sentimentalmente ad un celebre attore teatrale e televisivo, Alberto Terrani. Lo stesso attore lo definirà come ''un amore grandissimo, senza confini''. E racconterà nel tempo che, invitato a Padova come ospite d'onore di una serata organizzata in onore di Lucia, rimase ''incantato dalla bellezza del suo viso, dalla dolcezza del tratto, dalla purezza della sua anima, oltre che estasiato dalla sua voce''. Per poi aggiungere che in lei aveva trovato tutto ciò che aveva sognato in una donna per la quale valeva la pena di vivere, tanto da definire la loro vita assieme come ''una straordinaria avventura''. Oggi la Fondazione Lucia Valentini, esistente e operante a Padova, organizza iniziative in campo culturale, artistico ma soprattutto sociale, come avrebbe voluto lei, in onore dei bambini meno fortunati e dei disabili.

CONQUISTAVA I CRITICI. Unanime allora e poi ancora nel tempo il giudizio dei critici. Scriveva ad esempio Il Giorno che Lucia Valentini ''aveva una voce dalla sensualità ammaliante, ma anche dotata di una leggereza mozzafiato, oltre che di una tecnica infallibile''. E continuava scrivendo che ''molte sue grandi colleghe hanno interpretato la musica di Rossini: ma lei se le è mangiate tutte''. In una recensione dopo una sua esibizione a Parigi, il giornale Le Figaro scriveva che ''il suo canto è un vero e proprio incanto'', e con altrettanti entusiastici termini si esprimevano dopo i suoi concerti i giornali di tutto il mondo, anche in altri ruoli come quello esibito nell'Italiana di Algeri o di Rosina nel Barbiere di Siviglia.

UNA FINE PRECOCE. Purtroppo, dopo una tourneè in America Latina, Lucia si ammalò di una grave forma di leucemia che l'avrebbe fortemente condizionata per un paio d'anni. Per cercare di guarire, accompagnata sempre dal marito, si recò a Seattle dove esisteva un centro specializzato a livello mondiale nella cura di questa malattia. Ma la sorte fu impietosa, e Lucia scomparve proprio a Seattle nel 1998. E anche in questo tragico momento, Terrani la volle ricordare con autentica commozione, quando dichiarò che, nonostante il morbo, Lucia non perse mai la sua fede religiosa, la sua volontà di continuare a combattere per la vita, e perfino il suo innato senso umoristico. Lascia oltre che uno struggente ricordo della sua arte, anche un messaggio fortemente religioso dal momento che un giorno, ad un giornalista che le chiedeva di definire se stessa, rispose che ''la mia voce è un dono di Dio ed io cerco di metterla al servizio di coloro che amano la musica ma soprattutto la vita''.

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