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MERICORDO. Lucio, il ''genio qualunque'' snobbato dal Festival

di Gianni Trivellato - Lo conobbi negli anni Novanta a Olbia in occasione di un concerto che alla fine non si tenne a causa di un tremendo temporale. Lucio fu il più amareggiato e offrì da bere in un bar

"Per me Lucio è 'il genio qualunque', perchè univa la genialità artistica ad una comunicazione senza barriere. Accanto a lui non ti sentivi in soggezione, mai''. Tra i tanti commenti e i tanti ricordi che si sono succeduti alla morte di Lucio Dalla, questo di Luca Barbarossa è quello che mi ha colpito di più. Proprio perchè, pur essendo un grande protagonista della canzone italiana, un vero e proprio personaggio, Dalla non ha mai voluto approfittare di questa sua condizione, di questa sua celebrità, ma volle restare sempre un uomo semplice, come attestano in particolare le dichiarazioni di decine e decine di bolognesi che lo hanno sempre considerato uno di loro e come loro.

AMICO DI TUTTI. Si è così saputo, oltre le cronache di vita quotidiana di quella città, che spesso e volentieri quando non era impegnato in esibizioni canore in Italia o in Europa, Lucio aveva il piacere di incontrarsi in un bar vicino a casa sua con i clienti di quel locale, offriva il caffè un po' a tutti e poi amava inoltrarsi in accese discussioni sulle sorti del ''suo'' Bologna, la squadra del cuore di cui era supertifoso. Proprio come una persona qualsiasi, pur essendo un genio musicale. Ma appunto un ''genio qualunque", come stupendamente lo ha definito Barbarossa.

INCONTRO AD OLBIA. Io ho avuto il piacere di poterlo conoscere direttamente in una sola occasione. Eravamo all'inizio degli anni Novanta, vivevo e lavoravo ad Olbia, in Sardegna. L'ente turistico di quella città organizzò in luglio una serata in onore del cantante bolognese, un concerto nella grande piazza principale. Tutto fu preparato ed allestito nei minimi dettagli, con grande cura, senonchè a guastare la festa arrivò poco prima di sera un temporale incredibile, di quelli che se ti trovi per strada il vento è così forte che di fronte a certe folate, per non farti portar via, ti devi aggrappare ai pali della luce.

UN TEMPORALE GUASTAFESTE. Il temporale durò a lungo, oltre l'ora dell'inizio del concerto, ma al di là di questo fece grossi danni soprattutto sul palco dove Dalla avrebbe dovuto esibirsi. Strappò il grande telone di copertura, spazzò via i vari rivestimenti e anche gli strumenti musicali, i microfoni e le varie casse di amplificazione. Un mezzo disastro e pensare di procedere con il concerto era impensabile. Lucio fu tra i più amareggiati e ricordo bene che finita quella furia volle recarsi di persona per vedere quanto fosse rimasto sul palco. Poi ad un certo punto allargò le braccia, si disse amareggiato non tanto per lui quanto per la gente che sarebbe venuta ad ascoltarlo, e per concludere in qualche modo simpaticamente la serata invitò quanti erano attorno a lui e altri occasionali e anonimi spettatori a seguirlo in un ristorante vicino. Offrì da bere a tutti perchè disse che in qualche modo doveva pur sdebitarsi con chi aveva sborsato dei soldi per organizzare e seguire il suo concerto.

FESTIVAL IRRICONOSCENTE. Lucio Dalla è stato senza dubbio un grande della musica italiana, un vero autentico artista per il suo stile, ma anche un poeta che con le sue canzoni e i suoi testi ci ha sempre riempito di grandi emozioni. Ma proprio per questo rimango stupito e perplesso nel pensare che un simile artista non abbia mai vinto il Festival di Sanremo. A tal punto che io mi domando se questo appuntamento sia veramente il primo e più importante palcoscenico della nostra musica. Uno di noi, al posto di Dalla, avrebbe con il tempo sbattuto i tacchi e salutata la compagnia. Lui, invece, vi si è recato anche quest'anno, con la sua solita semplicità e umiltà di ''genio qualunque''.

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