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Venerdì, 19 Aprile 2024
Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

Bepi Colombo: la danza della scienza, dell'arte e delle stelle

C'è un filo sottilissimo che lega qualcosa di apparentemente freddo come i numeri a qualcosa di indiscutibilmente caldo e avolgente come l'arte, qualcosa di razionale come la fisica a qualcosa di ancestrale come la spinta dell'essere umano verso l'ignoto, qualcosa di tangibile e circoscritto come la terra a qualcosa di evanescente e immenso come lo spazio. Per seguire quel filo, trascendere la realtà e creare un progetto capace di realizzare un sogno, però, ci vuole una persona speciale, dalla mente brillante, dall'immaginazione infinita, qualcuno come Bepi Colombo.

Giuseppe Colombo nacque a Padova il 2 ottobre 1920, nono di dieci fratelli. Nessuno sapeva, quando venne spedito dal regime fascista a combattere in Russia, che l'Italia e il mondo stavano rischiando di perdere per sempre una delle più brillanti menti matematiche della storia, ma dall'inferno d'acciaio e di ghiaccio Colombo riuscì a tornare, una medaglia al petto, ferito ma vivo. Tempo sacrificato alla più insensata delle attività umane, la guerra. Ma non ci mise molto Bepi a recuperare il tempo perduto. Già nel '44, l'anno dopo la disfatta sul Don, Giuseppe Colombo si laureò alla Normale di Pisa in matematica; l'anno seguente era già assistente di meccanica razionale alll'ateneo patavino, di cui divenne, nel '55, professore ordinario di meccanica applicata della facoltà di Ingegneria. Insegnò a Catania e Modena, fece parte dei comitati nazionali del Cnr e partecipò a ricerche per l'Harvard Smithsonian Center for Astrophysics, per il Caltech e per il Jet Propulsion Labortory. Nel 1961 fu fra i membri del team Nasa che lanciò il primo satellite americano nello spazio.

Quello che colpisce però di Colombo, oltre alle sue straordinarie capacità accademiche, è la sua fantasia disarmante: fu infatti assieme a Mario Grossi sviluppatore del cosiddetto "satellite al guinzaglio", sistema satellitare "gemellare" che a molti potrà dire poco ma che era e resta una delle forme più ardite e innovative di satellite geostazionario. Sua l'idea di lanciare enormi specchi in orbita per concentrare i raggi del sole e diradare la nebbia, sua persino l'idea forse un po' romantica di costruire una "zattera spaziale" utilizzando i serbatoi ausiliari vuoti degli Space Shuttle. Grazie alla sua partecipazione al progetto della sonda Mariner 10, che aiutò gli scienziati a capire il comportamento del pianeta Mercurio, la vita della sonda venne triplicata.

Bepi Colombo, però non era solo scienza e numeri, ma un uomo profondo, sensibile alla bellezza dell'arte e attaccato alle bellezze che la sua città gli aveva saputo regalare, un aspetto personale che lasciò trasparire al mondo nel modo più inaspettato e discreto: fu lui, infatti, a battezzare Giotto, la celeberrima missione del 1986 che portò l'omonima sonda ad incontrarsi con la cometa di Halley. Perchè quel nome? Facile, per chi conosce gli splendidi affreschi della cappella degli Scrovegni: sopra la capanna che accoglie la Natività, una sfera luminosa solca il cielo di un azzurro profondo. Era la cometa di Halley, apparsa all'artista fiorentino nel 1301. Colombo conosceva bene quell'affresco. Giotto portò la cometa di Halley a Bepi Colombo. Bepi Colombo portò Giotto alla cometa di Halley. Chapeau.

Giuseppe Colombo mancò nel 1984, due anni prima che la sua sonda toccasse la cometa. Non vide mai appagarsi quel contatto, quel tocco fra terra e cielo che doveva aver tante volte sognato. Ma i grandi uomini lasciano grandi esempi, e i grandi esempi servono a farsi coraggio, a rimboccarsi le maniche e a superare i limiti, a spingersi sempre più in là.

Il 27 gennaio 2017, un razzo Ariane dell'Esa decollerà dalla Terra alla volta del pianeta Mercurio. Trasporterà due sonde, una adibita allo studio della composizione interna del pianeta, l'altra per la rilevazione della sua magnetosfera: saranno strumenti essenziali per capire la natura e l'attività del misterioso corpo celeste metà ghiacciato e metà ardente, il misterioso "primo sasso dal Sole", e la loro attività ci permetterà di progredire quanto mai avremmo immaginato nella sua conoscenza. Il nome della missione sarà BepiColombo.

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