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A cura di PadovaOggi

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Cinema Teatro Concordi di Padova: la storia di un luogo simbolo di cultura cittadina

La sua facciata marmorea ricoperta di graffiti suggerisce ai più non molto più che un luogo di cultura abbandonato al suo destino a causa della crisi, uno dei purtroppo molti in città, ma pochi sanno che il Cinema Teatro Concordi di via Obizzi è molto, molto più di questo.

Malgrado l'apparenza contraria, infatti, il Cinema Concordi è una delle più antiche strutture culturali della città: fondato nel 1652 da Pio Enea degli Obizzi, il Teatro Degli Obizzi, questo il suo originario nome, fu uno dei primi luoghi cittadini dedicati alla drammaturgia: Pio Enea, infatti, era un amante delle arti drammatiche tanto appassionato da destinare a nuovo utilizzo nientemeno che il palazzo di famiglia, lanciandolo con tanta sapienza da farlo diventare il polo teatrale più attivo e rinomato di Padova fino all'avvento del "Nuovo Teatro Verdi", nella sua seconda configurazione ultimata nel 1847. In quel lasso di tempo, protagonisti assoluti del teatro mondiale come Carlo Goldoni vi fecero tappa; nel 1885, quando ormai il Verdi aveva assunto un ruolo primario nell'ambiente teatrale cittadino, il Teatro di via Obizzi subì un'iniezione di nuova vita dopo l'acquisto da parte della società Concordi, che lo riammodernò ridefinendone le strutture e adattandone la sala sia al teatro e a una disciplina nascente che avrebbe cambiato per sempre la concezione artistica dell'umanità: il neonato cinematografo.

In quel periodo, stelle senza tempo come Eleonora Duse lo frequentarono. All'inizio del '900 venne rilevato dall'imprenditore Stimamiglio, che nel '40 ne decretò la completa ristrutturazione, trasformandolo in quel complesso a cinque piani dalle sembianze "fasciste" che siamo oggi abituati a vedere. Rimase attivo fino all'inizio del nuovo millennio, progressivamente destinato all'uso di aula universitaria (una delle più amate dagli studenti grazie alla comodità delle sue poltrone), per essere dunque definitivamente abbandonata come altre sale del Centro Storico come il Mignon e l'Altino. Accesissimo è stato, negli ultimi anni, il dibattito sulla sua nuova destinazione d'uso. Nel 2008 parve che la decisione fosse presa, il Concordi sarebbe diventato un parcheggio multipiano, ma una generale mobilitazione di cittadinanza ed esponenti del mondo culturale risparmiarono all'antico teatro una fine tanto ingloriosa.

Resta però tutt'oggi abbandonato, memento per i passanti non tanto di un tempo gliorioso, quanto della moderna incapacità di riconversione dei vecchi edifici a destinazione culturale e della generale scarsa stima che la società moderna sa attribuire alla cultura. Recita la targa sulla sua facciata: "Doviziosi ricordi di un passato insigne riecheggiante armonie di Rossini e Verdi, per singola geniale iniziativa risorgeva in veste nuova consacrata ai fasti prodigiosi della nuova Musa". Così annunciava il passaggio dall'era del teatro e quella del cinema il linguaggio aulico di quel che ora è nulla più di un epitaffio inciso nel marmo della sua facciata, ma che i padovani tutti sperano sappia trasformarsi di nuovo in un profezia squillante per una nuova epoca d'oro del Cinema Concordi.  

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