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Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

Comuni del Padovano, Ospedaletto Euganeo origine del nome ed alcune curiosità

Ospedaletto appartiene al comprensorio di Este ed alla Provincia di Padova. Tracce di antichi insediamenti preistorici trovati a Palugana ed ai Dossi attestano che il territorio comunale fu abitato da popolazioni paleovenete: le terre furono poi bonificate dai romani, che le suddivisero in centurie e le assegnarono ai veterani della battaglia di Azio. Gli archeologici ipotizzano l'esistenza di alcune vie, probabilmente costruite a partire dal I° secolo A.C.: in particolare, tra le attuali frazioni Tresto e Palugana, doveva passare la strada che congiungeva Este al veronese. I toponimi di molte località della zona sembrano voler indicare l'esistenza di acquitrini.

Lo stesso nome di Palugana, benché di dubbia etimologia, indica sicuramente una palude: segno che i lavori di contenimento delle acque, iniziati dai romani a difesa di campi e strade, furono abbandonati nei secoli successivi. Il territorio si spopolò, i campi furono abbandonati e le foreste presero il sopravvento. La rinascita cominciò durante l'alto Medioevo: le terre venivano percorse da viandanti diretti verso i maggiori luoghi di culto (Roma, la Terrasanta o San Giacomo di Compostella), che necessitavano di luoghi di sosta e ricovero.  Per sovvenire ai loro bisogni, il ricco inchelbaldo fece dono al vescovo di Padova di un appezzamento di terreno in una località denominata Rotta di Sandalo, al fine di costruirvi un "hospitium" Ospedaletto dedicato a San Giacomo ed affidato ai monaci "ospedalieri" (1162). Per più di un secolo il villaggio che si era venuto formando intorno all'hospitium fu denominato S. Iacopo de Hospitaleto, in onore del Patrono, protettore dei pellegrini. Alle fine del Duecento fu costruita una seconda chiesa dedicata a S. Giovanni Battista, che sostituì la prima dedicata a S.Giacomo, rovinata ed ormai caduta in disuso: da questo momento in poi la località è citata come S.Giovanni Battista de Hospitaleto o più semplicemente Hospitaleto. Solo dopo l'Unità d'Italia il Comune venne rinominato assumendo l'odierno toponimo di Ospedaletto Euganeo.

Le vicende storiche di Ospedaletto hanno seguìto gli alterni destini dei villaggi della bassa padovana, percorsi da truppe estensi, ezzeliniane, scaligere e carraresi, prima di confluire nel vasto dominio della repubblica di Venezia; il lungo e pacifico governo della Serenissima, interrotto solo dalla dolorosa invasione delle truppe inviate contro Venezia dalla lega di Cambray, si concluse con la nota conquista di Napoleone e l'arrivo degli austriaci. Il Comune ha tradizionalmente basato la propria economia sull'agricoltura. L'attuale strada statale, che divide l'abitato in due, segna il confine tra la zona settentrionale, legata alle attività contadine, e quella meridionale, da secoli abitata da artigiani, falegnami e carpentieri. Al centro è situata la zona industriale, con negozi e servizi. Gli antichi ritmi della vita contadina, il tessuto urbano del Comune di Ospedaletto è stato stravolto, dopo la seconda guerra mondiale, dal rinnovamento portato dal progresso: gli edifici hanno mutato aspetto e funzione, le strade sono state modificate. Le frazioni sono ben illuminate e collegate fra loro. Sono scomparsi i sentieri, le scorciatoie; gli acquitrini sono stati prosciugati ed i campi, lavorati da pochi uomini e molte macchine, non sono più animati dai casoni dal tetto di paglia. Tutto il mondo è mutato, assumendo nuovi ritmi scanditi da nuovi suoni: gli antichi attrezzi agricoli sono spariti, i pozzi e le mangiatoie sono ora riutilizzati per abbellire i giardini di case e villette.La bella chiesa cinquecentesca di Santa Croce dalla pianta a croce latina, fu costruita come semplice cappella e dotata di una piccola casa canonica. Divenne cappella cimiteriale e fu dotata di un primo campanile: in seguito il presbiterio fu prolungato ed adibito a sacrestia. Nel 1640 fu innalzato l'attuale campanile. 

Storia del Santuario del Tresto

La Leggenda 

Il 21 settembre 1468 la vergine apparve a Giovanni Zelo, un barcaiolo di Ponso che da Padova stava ritornando a casa. Raggiunta Este sul far della sera, l'uomo s'era fermato a dormire in barca sotto il ponte del Borini. verso mezzanotte fu svegliato da una voce femminile che per tre volte lo chiamò. L'uomo vide due belle Signore che gli ingiunsero di seguirle. Trovato stranamente abbassato il ponte levatoio della città, si incamminarono verso la campagna dove, in località Tresto , una delle due Signore si sedette sulla riva di un fosso e disse all'altra di andare a prenderle un grappolo d'uva; quindi chiese a Giovanni se la conoscesse. Alla sua risposta negativa ella soggiunse che era Maria, la Madre di Dio, invitandolo poi a non bestemmiare e ad adoperarsi affinché su quel luogo le fosse edificata una chiesa secondo il disegno e le misure che le illustrò.  Ma Giovanni le obiettò che a causa della sua povertà e della sua ignoranza non sarebbe stato creduto. Allora Maria gli dette un coltello, ingiungendogli di conficcarlo nel terreno e poi di toglierlo: il veggente ubbidì, e quando tolse la lama dal terreno zampillò del sangue. Dopo averlo benedetto, la Madonna scomparve con la Sua compagna. Il giorno seguente Giovanni, timoroso di non essere creduto, non eseguì i comandi ricevuti, ma si confidò solo con tre amici. Persa la sua tranquillità, alla fine si recò con alcune persone al Tresto, dove provò a conficcare il coltello nel terreno, ritraendolo bagnato di sangue. Altri vollero provare: gli increduli non riuscivano a smuovere la lama dal terreno, mentre gli altri la ritraevano insanguinata. L'evento miracoloso, più volte rinnovato, convinse tutti adoperarsi per erigere il tempio richiesto. Giunti a metà dell'opera, a causa dell'eccezionale siccità che aveva colpito la zona, venne a mancare l'acqua. Tutti invocarono allora il soccorso di Maria, la quale fece zampillare accanto all'edificio una fonte che nel corso dei secoli risanerà molti ammalati. 

Notizie tratte dal libro:"Apparizioni mariane", di M.Gamba. Ed.Segno .

Santuario della Madonna del Tresto 

Nel luogo della miracolosa apparizione mariana al barcaiolo Giovanni di Bartolomeo Zielo da Ponso la notte del 21 Settembre 1468, in località Tresto, attuale frazione del Comune di Ospedaletto Euganeo fu costruito il complesso del Santuario del Tresto. Il toponimo della frazione, Tresto o Tresti, è di origine romana e sembra ricollegarsi alla distanza che intercorre fra questa località ed Este, derivare, cioè, da una corruzione dell'indicazione Tres milia (ab Urbe) Atheste. Nel 1469 la chiesa, il campanile ed il monastero esistevano già, costruiti grazie alle offerte dei fedeli. La custodia del luogo fu affidata ai monaci agostiniani di S.  Girolamo da Fiesole. Gli edifici subirono nei secoli diverse ristrutturazioni e furono notevolmente ampliati, comprendendo stalle, scuderie, granai ed un'osteria per la sosta dei viandanti. Nel 1669, divenuto proprietà del Seminario di Padova, il Santuario rimase meta di pellegrini e le celebrazioni religiose furono sempre frequentate sia dai fedeli di passaggio che dalla popolazione residente nei dintorni Per venire incontro alle necessità dei fedeli, dietro richiesta dei capifamiglia della zona, la chiesa fu eretta a curazia (1927) ed infine, nel 1930, divenne parrocchia autonoma. Simile nelle sue linee originarie a quella di Monteortone, la chiesa possiede oggi cappelle laterali ed altari aggiunti in epoche successive, che ne hannop stravolto l'aspetto: l'altar maggiore ad esempio, acquistato da Venezia, proviene da una chiesa demolita. Nel Santuario della Madonna del Tresto è conservata una notevole collezione di ex-voto, splendidi esempi di arte popolare, databili dalla fine del Quattrocento fino a tutto il secolo scorso. Si possono ammirare inoltre: una preziosa corazza di ferro, donata dal nobile Bonifacio de' Rossi miracolosamente guarito da una ferita riportata in battaglia; la bellissima pala della Madonna del Tresto, opera attribuita a Jacopo da Montagnana (1140/90); le pale di S.Antonio e S.Giuseppe, di Francesco Zanella, pittore padovano allievo del Ferrari (1637 / 717). Di notevole interesse sono anche la quattrocentesca pala con lunetta, posta sopra l'altare della prima cappella a sinistra, attribuita al Bissolo, ed il ritratto del vescovo Gregorio Barbarigio, fondatore del collegio dei Nobili, opera dello Zanchi (1639 / 1722). 

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