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Giovedì, 25 Aprile 2024
Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

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La leggenda di san Daniele, il patrono dimenticato di Padova, e della sua chiesa

Non tutti ricordano che i santi patroni di Padova sono quattro: accanto ai più noti Antonio, Giustina, e Prosdocimo, c’è anche san Daniele. Le notizie della sua vita terrena si perdono nella notte dei tempi: fu forse diacono, e morì molto probabilmente sotto le persecuzioni di Diocleziano, nel IV secolo. Le su spoglie giacevano insieme a molte altre nel sottosuolo della Basilica di Santa Giustina, ma, come le altre, furono nascoste durante le incursioni barbariche e poi dimenticate. 

LA LEGGENDA. Siccome nessuno sembrava ricordarsi delle sue ossa che giacevano sotto terra ignorate, pensò di manifestarsi ad un cieco della Tucsia (cioè l’Etruria) dicendogli di andare a pregare nell’oratorio padovano di San Prosdocimo, dove si trovavano le sue spoglie, e lui gli avrebbe ridato la vista. Il miracolo avvenne e allora iniziarono, frenetiche, le ricerche, che portarono ben presto alla luce l’arca dove il Santo giaceva così com’era stato ucciso: il corpo, disteso supino sopra una tavola di legno e coperto da una lastra di marmo, era trapassato da molti lunghi chiodi.

UNA CHIESA PER SAN DANIELE. Ma non è finita qui. I padovani infatti, non si volevano proprio decidere a erigere una chiesa in suo onore: il 30 gennaio del 1076 il vescovo Ulderico decise di far portare le reliquie alla cattedrale, già dedicata all’Assunta. San Daniele andò proprio su tutte le furie, all’altezza dell’attuale via Umberto I fece scurire il cielo che diventò cupo e minaccioso e fece sì che l’arca che conteneva le sue spoglie divenisse talmente pesante che non fosse possibile trasportarla. A quel punto Ulderico capì l’antifona e fondò la chiesa di San Daniele. Il patrono non è però sepolto nella sua chiesa, le sue reliquie si trovano al Duomo. 

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