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A cura di PadovaOggi

Eremo camaldolese: la perla a Torreglia

Sulla cime di Monte Rua, nel territorio del comune di Torreglia, si trova l'Eremo di Santa Maria Annunziata, un piccolo monastero dove ancora oggi i Frati Camaldolesi vivono in clausura.

Quello camaldolese è un istituto religioso di diritto pontificio: nato all'interno dell’ordine benedettino, fu riconosciuto formalmente da Papa Clemente VII nel 1524. Il complesso di Monte Rua fu fondato nel lontano 1334 da due eremiti della comunità di San Mattia di Murano, che ottennero dal Vescovo di Padova il permesso di costruire una chiesa dedicata alla Madonna. L’eremo venne ricostruito in pietra (in origine le strutture erano in legno) e ampliato intorno al 1500 dopo un periodo di abbandono, e occupato dai Camaldolesi nel 1542. Soppresso nel 1806 in base alle leggi napoleoniche, fu poi riaperto nel 1863. Il monastero ospita oggi una decina di frati, che seguono la Regola di San Romualdo, trascorrendo una vita contemplativa dedicata alla preghiera.

Il complesso, circondato da un alto muro in pietra lungo 1.400 metri, è costituito da una Chiesa, alcuni edifici comuni come il refettorio, il parlatorio e la foresteria, e quattordici celle. La Chiesa, eretta nel 1542, è semplice ed essenziale, costituita da un'unica navata con due cappelle laterali, un coro ligneo nella zona dell'abside e alcuni affreschi risalenti al diciassettesimo secolo. Gli ambienti comuni sono invece poco utilizzati; i monaci conducono una vita solitaria, e trascorrono la maggior parte del loro tempo nelle proprie celle, ognuna delle quali è dotata di una camera da letto, di una cappella, di un bagno, di una legnaia e di un piccolo orto recintato, dove i monaci si dedicano all'esperienza eremitica. La solitudine e il silenzio sono regole fondamentali dell'eremo e la giornata del monaco, che inizia alle 3:40 di notte e termina alle 19:00 dopo la compieta, è scandita dalla preghiera, dallo studio delle Scritture e dal lavoro: i monaci coltivano la terra, allevano pollame e producono miele, prevalentemente per uso interno. Nonostante la rigidità della clausura, durante alcuni periodi dell'anno ai monaci è permesso ricevere visite di parenti e passeggiare nei dintorni dell'eremo.

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