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Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

Il mistero di un poeta senza testa: il giallo dei resti del grande Francesco Petrarca

Nello splendido borgo di Arquà tra i Colli Euganei l’illustre poeta Francesco Petrarca decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita e lì trovò la morte nell’anno 1374. Per suo volere, fu dapprima sepolto nell’antica chiesa di Arquà ed in seguito nel bel sarcofago in marmo rosso che ancora oggi s’innalza al centro del sagrato della chiesa stessa. È noto che nel corso della storia furono effettuate numerose violazioni dell’arca sepolcrale: nel 1630 furono trafugate le ossa di un braccio e nel 1843 fu asportata una costola, reinserita poi qualche anno dopo. Alcuni decenni più tardi durante alcuni studi antropologici sulle ossa e sul cranio, quest’ultimo a contatto con l’aria si frantumò rendendo impossibile, per l’epoca, qualsiasi indagine. Il “martirio” delle spoglie 1 4 5 continuò quando alla vigilia della seconda guerra mondiale le ossa furono trasportate a Venezia per essere meglio protette e poi riportate ad Arquà a fine conflitto.

LA SORPRESA. Nel 2003 un gruppo di esperti dell’università di Padova effettuò una ricognizione scientifica per verificare lo stato di conservazione delle ossa, con l’intenzione inoltre di poterne ricostruire il volto grazie alle moderne tecniche computerizzate. Immenso fu lo stupore generale quando le analisi stabilirono che mentre le ossa del corpo erano sicuramente quelle autentiche di Francesco Petrarca il cranio era quello di una donna. Dove sarà ora il cranio del Sommo Poeta?

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