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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Padova da Vivere

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L'evento, alla sala Fronte del Porto 'La felicità' di Alexander Medvedkin

Il film, mercoledì, alle 21. Uno fra i più bizzarri e visionari cineasti del cinema sovietico dell'epoca di Eisenstein racconta cosa fosse la Russia della Rivoluzione, della Guerra Civile, e soprattutto dello Stalinismo

Cosa fosse la Russia ai tempi della Rivoluzione e della Guerra Civile, e soprattutto dello Stalinismo, lo sa bene chiunque abbia sfogliato anche solo distrattamente un libro di storia. Ma, cosa significasse viverci, è forse qualcosa che trascende la nostra capacità di immedesimazione. Ce lo racconterà Alexander Medvedkin, uno fra i più bizzarri e visionari cineasti del cinema sovietico dell'epoca di Eisenstein, cui è dedicata la serata di mercoledì, a partire dalle 21, alla sala Fronte del Porto di via Santa Maria Assunta a Padova, con la proiezione del suo capolavoro "La felicità". 

LA VICENDA. Spinto probabilmente ancora dall'entusiasmo rivoluzionario, Medvedkin racconta, in piena era staliniana (­il film fu realizzato nel 1934­ con un'estrosia tutta personale), le vicende di uno scalcinato contadino vessato prima dai kulaki e dai preti, poi dal governo zarista e quindi dall'organizzazione del Kolkoz, le gigantesche strutture agricole sovietiche, all'interno delle quali, però, riuscirà a spiccare, in un momento di emergenza, trovando infine la felicità.

LA STORIA "REALE". Ai nostri occhi, quella di Medvedkin potrebbe sembrare una pellicola propagandistica, al di là della poesia e dell'originalità di cui è intrisa, ma in questo frangente interviene la storia reale a insegnarci quanto quei tempi fossero orribili: la pellicola venne infatti immediatamente censurata perché considerata troppo individualista, comparendo nelle sale cinematografiche occidentali solo all'alba degli anni '70. 

"L'ULTIMO BOLSCEVICO". A "La felicità" seguirà "L'ultimo bolscevico", documentario del 1993, realizzato da Chris Marker e proprio a Medvedkin dedicato - che ripercorre l'omonima opera da lui scritta, composta da un prologo e sei lettere postume - completato da interviste, materiali d'archivio e spezzoni delle opere del maestro sovietico.

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