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Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

Traditori della Repubblica Padovana, il più reo contro la patria fu Nicolò conte di Lozzo

Fra le tante sventure che subì la Repubblica Padovana in quel triste periodo che segnò la sua fine tra il 1312 e il 1318 vi furono anche i tradimenti di alcuni suoi cittadini partigiani dell'impero germanico. Fra questi traditori il più reo contro la patria fu Nicolò conte di Lozzo.

Era di grande famiglia, pieno d'ingegno e di facile parola e di ciò abusava in consiglio per crearsi una supremazia, ingraziandosi una parte del popolo con le sue generosità e forse con denaro mandatogli dai nemici. In seno al Gran Consiglio si mostrava avversario dell'impero e di Cane della Scala, ma in segreto era loro emissario e aveva promesso di aiutarli a conquistare Padova.

Nicolò era cognato di Guccello da Camino, signore di Treviso e alleato dei padovani, ed approfittò di questa parentela per staccarlo da Padova e farlo conciliare con Cane. Poi tentò di indurre il marchese di Ferrara a danneggiare la città, ma ciò non gli riuscì. Quindi, convinse i fuorusciti padovani riparati a Venezia a passare sotto le bandiere dello scaligero. In seguiro, accolse al suo castello di Lozzo numerose truppe nemiche: il castello, intanto, lo aveva ben fortificato a spese della Repubblica Padovana.
  
I tradimenti furtono troppi perché rimanessero a lungo segreti: il Consiglio degli Anziani si riunì e deliberò di chiamare a Padova Nicolò, con la scusa che di avere bisogno di lui. Egli, furbo come era, suppose di essere stato scoperto e mandò a dire che sarebbe arrivato a Padova entro tre giorni. Nel frattempo, però, avvertì Cane, il quale prontamente uscì da Vicenza con un grosso esercito e giunse a Lozzo dove si unì agli uomini del traditore. Questo avvenne il 22 dicembre di quell'infausto anno 1312.

II Consiglio padovano, allora, dichiarò ribelle Nicolò da Lozzo, che, con Antonio da Curtalo e altri complici, fu bandito da Padova. Furono distrutte le case che possedevano in città e confiscati i loro beni. Il popolo, armatosi e sotto le bandiere dei propri capi, marciò sulla via di Este per impadronirsi del castello di Lozzo.

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