rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Padova da Vivere

Padova da Vivere

A cura di PadovaOggi

Palazzo Santo Stefano, da monastero a sede della Provincia

Una visita a Palazzo Santo Stefano è un percorso attraverso secoli di storia. 

Molte sono  le metamorfosi che il luogo ha subito nel corso degli anni, basti pensare che la zona antistante il palazzo, l’attuale piazza Antenore, in epoca romana era destinata alle attività portuali. Nell’Anno Mille qui nasce il monastero benedettino femminile di Santo Stefano, la cui vita è sempre strettamente intrecciata con quella cittadina, sul piano politico, culturale ed economico. Esempi tangibili di questo interscambio possono essere rintracciati anche nella vita quotidiana del tempo; pensiamo ai numerosi casi di figlie di famiglie cittadine, cui era vietato il matrimonio, obbligate ad entrare in convento; o ai prodotti della terra, provenienti dal ricco patrimonio fondiario del monastero, che rifornivano il mercato cittadino.
Il monastero attraversa 8 secoli di storia, alternando momenti di prestigio a fasi di decadenza. Nel 1800, in un clima di soppressione degli ordini religiosi, anche il monastero di Santo Stefano cessa di esistere. 

Nel 1868 la Provincia acquista parte dell’immobile, 110 sale, e l’ingegnere capo della Provincia, Ingegner Emilio Zanardini, elabora  il primo progetto per convertire lo stabile Ex convento di Santo Stefano ad uso degli uffici prefettizi e provinciali.  Un sottofondo di ingarbugliate vicissitudini legate alla progettazione architettonica e alla sua realizzazione ha caratterizzato la trasformazione del sito fino allo stato attuale. E’ stata riprogettata la facciata del palazzo; nel 1876 viene costruita la Sala del Consiglio; vengono prese scelte importanti in merito alla destinazione d’uso degli spazi; nella zona antistante vengono demoliti numerosi edifici per lasciare spazio all’attuale piazza, dove sono posizionate le tombe di Antenore, mitico fondatore della città, e di Lovato de’ Lovati, umanista padovano; negli anni Sessanta si realizza il tombinamento del Naviglio Interno, il canale che lambiva l’area e passava sotto il vicino ponte San Lorenzo, di epoca romana. 

Ci sono anche curiosi dettagli, che possono far riflettere: nel palazzo le lampadine elettriche sostituiscono candele e lumi ad olio nel 1910; a parte la sala consiglio, riscaldata con impianto ad aria, alcune stanze del palazzo erano riscaldate con stufe a legna, le altre erano completamente esposte ai rigori dell’inverno; notevole è la cubatura di edifici demolita per creare l’attuale assetto dell’area, piazza e palazzo. Tante altre sono le curiosità che emergono durante il percorso della visita guidata. Una visita a palazzo e alle sue sale storiche è anche l’occasione per conoscere come si svolge l‘attività politica ed amministrativa della provincia, e per avvicinarsi all’Istituzione.

Si parla di

Palazzo Santo Stefano, da monastero a sede della Provincia

PadovaOggi è in caricamento