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Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

La storia del Conservatorio Pollini, la culla della musica di Padova

“E’ fondato in Padova un Istituto Musicale che si chiamerà Scuola Musicale…”: con queste parole si apriva l’articolo 1 dello Statuto della nuova scuola musicale di Padova, fondata nel 1878, con il sostegno del Comune e della Provincia e con la collaborazione di alcuni membri della “Società del Teatro Nuovo”. Essa nasceva da una realtà di vita musicale cittadina piuttosto complessa, che comprendeva da un lato le attività teatrali, dall’altro la presenza di più piccole e variegate iniziative, tra le quali i concerti della Società Filarmonica diretta da Silvio Danieli, della scuola di canto corale diretta da Simeone Girotto, e della Banda cittadina. Il nuovo Istituto, denominato semplicemente “Scuola Musicale”, voleva certamente riunire le diverse istituzioni e coordinarle sotto la propria egida, partendo dalla proposta di alcuni eminenti cittadini legati alla Società del Teatro Nuovo e chiedendo il sostegno economico del Comune e della Provincia di Padova.

LA STORIA. Lo “Statuto per la fondazione di una scuola musicale”, approvato alla fine del 1878, si apre con una premessa con carattere di declaratoria, in cui è evidenziata la volontà di costituire una Società a sua volta finalizzata a fondare la scuola musicale, anche in considerazione del decadimento in cui si trovavano l’Istituto Filarmonico-Drammatico e il Teatro. Il testo di questo nuovo Statuto sottolinea subito la necessità di istruire e procurare elementi "per pubblici spettacoli, ed in specialità teatrali, unendo cori, orchestra, tanto per le prime, quanto per le seconde parti", oltre al desiderio di diffondere "il buon gusto musicale" con "l'esecuzione di componimenti sì antichi, che recenti", in “accademie serali, mattinate e serenate”. Tra i personaggi facenti parte del “Comitato promotore” vi erano numerosi intellettuali, spollini.jpgpesso membri delle nobili famiglie padovane, tra i quali il marchese Buzzacarini, i conti Giustiniani, de Lazara, Leoni, Miari, Piovene, Suman, Zacco, il barone Treves e numerosi altri signori impegnati nella vita culturale della città. La Società si costituiva con regolari organi di gestione (il presidente, dieci consiglieri di amministrazione, due censori) e chiedeva una quota mensile a chi volesse esserne socio.

LA SCUOLA. Nasceva così una scuola musicale che avrebbe avuto una lunga storia e che vive tuttora nel Conservatorio di Musica di Padova. Fu inaugurata il 29 giugno 1879 con un concerto cameristico in cui intervenne anche il giovane pianista Cesare Pollini, proponendo subito un taglio nuovo rispetto alla tradizione di allestire concerti con un programma misto di brani vocali e brani strumentali. Un articolo di critica riportò che “ il programma del concerto suscitò le più serie diffidenze per l’esclusione assoluta di pezzi vocali ed il predominio di autori classici, i cui nomi mettevano i brividi alla gran maggioranza degli amatori e facevano presentire quel terribile tedio che in simili circostanze piomba sempre, come incubo sul capo di cotesti amatori”; annotò inoltre, che “il pubblico non aveva compreso il Trio in mi bemolle op. 1 di Beethoven”. Le attività della scuola iniziarono nel luglio 1879 con alcune lezioni propedeutiche. Tra il personale si annoverava un maestro di strumenti ad arco, un suo assistente, un maestro di strumenti a fiato con il suo assistente, un maestro di “bel canto, canto corale e di istrumenti a percussione” (il tutto riunito in una sola persona!), oltre a un segretario e due inservienti. Fin dai primi anni di attività l’Istituto pubblicava dei piccoli fascicoli, a fine anno scolastico, con l’elenco degli allievi premiati, l’attività delle scuole e talora il programma dei concerti degli allievi. Nel 1901 la scuola rinnovò il proprio Statuto sociale, inserendo le modifiche approvate negli anni precedenti. La denominazione diventa “Istituto Musicale di Padova”, si riorganizzano le regole relative ai soci e si delinea qui per la prima volta la nomina del Direttore (art.33), che “può essere scelto fra i Maestri”. In realtà è questa una figura già esistente fin dai primi anni di gestione della scuola, tanto che proprio Cesare Pollini, ancora giovanissimo, ne aveva assunto la direzione nel 1882, dopo aver trascorso due anni a Milano alla scuola di composizione di Antonio Bazzini. Fu richiamato a Padova da un amico di famiglia, il conte Pietro Suman, che lo pregò di assumere la direzione dell’Istituto Musicale. Pollini tenne questo incarico dal 1882 al 1884, occupandosi della didattica e continuando nella programmazione dei concerti, con il chiaro proposito di raffinare l’educazione artistica dei suoi concittadini: era solito affermare che le sue interpretazioni avevano lo scopo unico di diffondere presso il pubblico “l’amore ed il gusto delle forme musicali più elevate ed ancora pochissimo note”. Si può notare dai programmi svolti a partire dal 1882, come egli amasse dirigere e partecipare ad esecuzioni di musica da camera e orchestrale, con allievi, docenti e altri esecutori aggiunti, proponendo musiche di Beethoven, Schumann, Brahms, Grieg, Mendelssohn. Questo repertorio non sempre era capito dal pubblico patavino, e talora l’impostazione data da Pollini appariva ancora eccessivamente avanzata e audace. Vi furono importanti concerti, spesso monografici, in occasione di commemorazioni di grandi musicisti (Wagner, Rossini, Tartini, Anton Rubinstein), altri basati sulla presenza di celebri virtuosi e interpreti. Si destò anche l’interesse per la musica antica, con esecuzioni storiche e conferenze, tra le quali una di Oscar Chilesotti sul repertorio per liuto del Cinquecento e una di Giovanni Tebaldini sui Maestri della Cappella Antoniana.

POLLINI. Nell’agosto 1884, a seguito di alcune modifiche all’organico, sulle quali non si trovava d’accordo, Pollini rinunciò a partecipare al concorso indetto per il posto di direttore. Sul finire dell’anno abbandonò la direzione dell’Istituto musicale, pur continuando ad organizzarne i concerti anche dall’esterno: nel 1885-1886 vi furono le “mattinate musicali” nella sala di Palazzo Selvatico con programmi sempre ispirati alle sue idee “di educazione e di raffinamento”. Sostenendo le scelte dell’allievo, il maestro Bazzini scriveva da Milano il 17 Novembre 1885 : “chi sa che il pubblico zucon non venga a rescipiscenza: magari!” Alla fine del 1886 Pollini si allontanò da Padova per una tournée in Germania con il violinista Antonio Freschi, dalla quale rientrò nel 1887. La direzione dell’istituto era stata affidata a Umberto Bandini, che la tenne dal 1885 al 1887 insieme all’insegnamento dell’Armonia. Gli succedette Alberto Toma, anch’egli maestro di Armonia e direttore per l’anno scolastico 1888-1889. Nell’ottobre del 1889 Pollini riprese l’insegnamento e la direzione, che gli venne affidata “senza esame”. Seguirono anni di intensa attività didattica, concertistica e organizzativa all’interno della scuola, ma la mattina del 26 Gennaio 1912 Pollini morì improvvisamente all’età di soli 54 anni: fu allora che si decise di dare all’Istituto la nuova denominazione in ricordo del maestro. La notizia della scomparsa del Maestro venne diffusa dai giornali non solo a Padova, ma in tutta Italia. Il 25 Febbraio 1912, nella sala dell’Istituto, il pianista Renzo Lorenzoni, suo allievo prediletto, interpretò cinque brani per pianoforte di Pollini e la sua Suite op. 3 insieme a Federico Barera (violino) e Arturo Cuccoli (violoncello). La famiglia Pollini fece dono all’Istituto, affinché vi fosse conservata, della sua ricca biblioteca musicale.

Si tramanda che Pollini stesso avesse designato per la sua successione alla direzione dell’istituto Oreste Ravanello (1871-1938), con il quale era da lungo in grande amicizia, rafforzata dalla reciproca stima tra i due musicisti. Organista e compositore, Ravanello aveva già ricevuto l’incarico di organista alla Basilica di San Marco a Venezia, e in seguito quello di docente di organo al Liceo “Benedetto Marcello”. Nel 1898, a soli ventisette anni, era inoltre maestro di Cappella al Santo di Padova. Attivo sostenitore del movimento “ceciliano”, lasciò molte opere sacre, musiche per organo e brani di musica da camera, oltre a lavori teorici e ad un’importante biblioteca musicale conservata ancora oggi presso la Biblioteca Antoniana. La sua nomina alla direzione dell’istituto musicale di Padova fu approvata in tutti gli ambienti e annunciata dai giornali dell’epoca.
Grazie ai decisi indirizzi della direzione artistica di Oreste Ravanello e della presidenza di Francesco Dondi Dall’Orologio, la scuola, dopo il difficile periodo della Grande Guerra in cui fu necessario anche sospenderne le attività, ritrovò nuovo vigore verso gli anni venti del nuovo secolo. Agli inizi del 1920 infatti nacque a Padova anche una vera e propria Società di concerti, denominata “Bartolomeo Cristofori”, sicuramente concepita fin dall’inizio in stretta collaborazione con l’Istituto Musicale “Cesare Pollini”. L’avvocato Sergio Leoni, che ebbe certo un ruolo fondamentale nella gestione di questi organismi e che dal 1922 continuò la sua missione in qualità di presidente dell'Istituto Musicale, in una sua ricostruzione storica della scuola di musica, accenna brevemente alla "B. Cristofori" e ricorda che “si pensò nel 1921 di fonderla con l'Istituto Musicale”, iniziativa accolta con favore da quanti seguivano la vita musicale di Padova. 
L'Istituto ottiene nel 1922 il riconoscimento di “Ente morale autonomo” e lo Statuto è approvato con Reale Decreto di Vittorio Emanuele III. Il primo articolo di tale statuto ratificava ufficialmente tutti i nuovi elementi acquisiti: da questo momento il nome della società di concerti è affiancato a quello dell’Istituto in tutte le pubblicazioni ad esso relative, dallo Statuto al Regolamento interno, ai resoconti annuali sull’andamento della scuola. L’attività artistica è gestita all’interno mediante la "Commissione dei concerti" formata da quattro membri, tra i quali il direttore dell'Istituto, che la presiede. Compito della Commissione è "organizzare concerti strumentali e vocali, concerti orchestrali e di musica da camera, fissandone i programmi, scegliendo gli esecutori, concordandone i compensi, e curando ogni particolare d'ordine". 
Ravanello arricchì il numero degli insegnamenti dell’istituto, elevando a Cattedre le scuole degli strumenti a fiato, completando la cattedra di Composizione (retta da lui stesso), aggiungendo quelle di arpa e di Musica da Camera. L'Istituto musicale in quegli anni non solo godeva del contributo dei soci e della possibilità di riscuotere tasse scolastiche e ricevere donazioni, ma era anche sostenuto dal contributo del Comune di Padova. Nel 1922 tale finanziamento era stato stabilito in lire 100.000 annue per un quinquennio, ma già nel 1926 era stato aggiornato a lire 125.000. Su richiesta del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto, nel febbraio del 1927 il podestà di Padova Francesco Giusti deliberò la concessione di un aumento del 50% del contributo, elevandolo a 150.000 lire annue per il triennio 1927-29. I1 presidente Sergio Leoni aveva avanzato la richiesta fin dall'anno precedente, sicuro di ottenere l'aumento per il 1927, anche in considerazione del fatto che con il Decreto del 6 aprile 1924 l'Istituto era stato pareggiato ai Reali Conservatori e necessitava perciò “di più larghi mezzi finanziari". È questo unmalipiero.jpg nuovo, importante progresso della scuola di musica patavina, poiché il decreto riconosceva esplicitamente l’equiparazione dei diplomi rilasciati dall’Istituto a quelli rilasciati dai Regi Conservatori di musica, ed era stato ottenuto a seguito della relazione, con parere largamente positivo ed entusiasta, esposta da Ildebrando Pizzetti, giunto in visita nel 1923 in qualità di Commissario Governativo. Oltre ai lusinghieri complimenti di Pizzetti per la qualità didattica, la direzione e i professori della scuola, giunsero a Ravanello anche i rallegramenti dell’amico Marco Enrico Bossi “per il conseguito pareggiamento che onora il tuo Istituto e chi lo dirige con tanto amore e tanta competenza”.
La morte di Ravanello, il 2 luglio 1938, segnò un nuovo grave lutto per l’ambiente musicale padovano e italiano, e moltissimi furono i telegrammi e le lettere inviate, dense di stima e ammirazione per il musicista. Il saluto dell’Istituto di Padova e unitamente quello del Liceo “Benedetto Marcello” di Venezia fu affidato alle parole di Sergio Leoni, che ne esaltò le musiche e ne ricordò la figura all’interno della scuola.
I primi quarant’anni di vita dell’Istituto musicale sono ricchi di attività concertistiche e presentano un continuo arricchimento degli insegnamenti con molti importanti docenti: Antonio Pisani, Carlo Carturan e Renzo Lorenzoni per il pianoforte, Arturo Cuccoli, che fu per oltre trent’anni insegnante di violoncello, Luigi Bottazzo e Ciro Grassi alla cattedra di organo, Giuseppe Consolini, Vittorio Orefice, Guido Palombo a quella di canto, per ricordarne solo alcuni. In quei decenni la scuola annoverava mediamente un centinaio di allievi ogni anno, con annate in cui le iscrizioni si avvicinavano a 150.

Wolfgang Dalla Vecchia Dopo Ravanello divenne direttore uno dei più grandi compositori italiani di allora, Gian Francesco Malipiero a cui succedette Arrigo Pedrollo, anch'egli insigne compositore, che resse l'istituto fino al 1958, anno in cui la direzione fu affidata a Wolfango Dalla Vecchia. Nel corso della direzione di quest'ultimo furono affrontati i primi consistenti lavoro di restauro della vecchia sede di via Carlo Leoni e della sala dei concerti, che non era più agibile e che vantava un'ottima acustica.Dal 1962 divenne direttore il noto violoncellista Carlo Diletti, interprete affermato in Italia ed all'estero e nel 1966 fu la volta di Silvio Omizzolo, altro noto compositore.Omizzolo.

Nei primi anni settanta si verificarono alcuni eventi di grande importanza per l'Istituto Musicale: la sede fu spostata da via Carlo Leoni in via Eremitani, il ministero dell'Istruzione concesse la statizzazione in virtù della quale l'Istituto "C. Pollini" divenne Conservatorio Statale di Musica, e infine fu nominato direttore il M° Claudio Scimone.
Da allora ad oggi l'attività del Pollini si è fatta sempre più importante ed intensa e l'offerta formativa più ricca e qualificata; sono stati istituiti molti nuovi insegnamenti, tra cui la seconda (in ordine di tempo) cattedra di Musica Elettronica d'Italia, affidata a Teresa Rampazzi, una musicista in anticipo sui tempi formatasi alla scuola di Darmstadt; nei primi anni '80 è stato inaugurato l'Auditorium "C. Pollini", uno delle più belle sale da musica del nostro paese; negli anni '90, con l'adeguarsi della normativa alle sempre più ampie esigenze di professionalità, il Conservatorio patavino ha proposto all'utenza una miriade di attività aggiuntive inquadrate nel "Proggetto d'Istituto" per cui si ebbe tutto un fiorire di seminari e masterclass sulle materie più diverse, dai corsi di liuteria ai seminari sulla tecnica Alexander, dai corsi di Yoga e sulle tecniche di rilassamento ai seminari sulla medicina dell'arte. fondatore dei "Solisti Veneti", una delle realtà più prestigiose della storia musicale italiana.

Nel 1996 il Ministero dell'Istruzione designava il Conservatorio di Padova, assieme a quello di Napoli, come sede per la realizzazione di un "Progetto Pilota" per l'informatizzazione della Biblioteca: una grande prova di stima da parte dell'autorità ministeriale che dimostrava il prestigio raggiunto dal Conservatorio. Proseguendo l'excursus storico, il 1999 è stato un anno fondamentale per tutta l'istruzione musicale italiana a seguito dell'approvazione della Legge di riforma dei Conservatori, giunta dopo oltre 70 anni di attesa; la riforma sanciva lo status universitario dei Conservatori di Musica a seguito del quale, i diplomi rilasciati acquistavano valore di Laurea.

Il Conservatorio di Padova, divenuto "Istituto di Alta Formazione Artistica e Musicale", nello spirito della legge citata moltiplicava le sue attività di produzione e di presenza nel territorio collaborando con le istituzioni cittadine e la fondazione "Cassa di Risparmio" in progetti sempre più prestigiosi e attivando Convenzioni con l'Università "Cà Foscari" e con la fondazione "G. Cini" di Venezia e l'Università di Padova (Facoltà di Medicina, per un master in Musicoterapia)

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