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Padova da Vivere

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La storia di Francesco Patavino, sacerdote e cantore della città

Nato a Santa Croce (Padova) attorno al 1478, divenne sacerdote e cantore nella cattedrale della città. Fu in seguito maestro di cappella nelle cattedrali di Treviso, Udine e Gemona.  Diventato canonico della Santa casa di Loreto, morì nel santuario mariano attorno al 1556.


LA VITA. Francesco Patavino compose sia musica sacra che profana. Nell'ambito della musica sacra, è ricordato soprattutto per aver introdotto la tecnica dei cosidetti ‘chori spezzati', che diventeranno poi tipici della scuola veneziana, in particolare con Willaert e Andrea e Giovanni Gabrieli, specialmente a San Marco. Per chori spezzati si intendono due o più cori posti a una certa distanza uno dall'altro. 
Del suo repertorio profano si ricordano sette composizioni notevoli frottolistiche. La parola "frottola" (dal latino medievale: frocta, parole o pensieri affastellati) risale al XII secolo e inizialmente indicava un genere di poesia dalla metrica irregolare con rime disposte a caso.  Musicalmente, invece la frottola, che nasce nella seconda metà del 1400, è una composizione a tre o quattro voci (Superius o Cantus, Altus, Tenor e Bassus):  la voce dal tono più alto, Cantus o Superius, che contiene la melodia, era affidata alla voce solista, mentre il Tenor ed il Bassus erano affidati a voci oppure ad uno o più strumenti (di solito il liuto, oppure cembalo o organo). La linea del canto prevale così sulle altre parti, che in genere fungono da accordo. La frottola evita così la complessità del contrappunto, preferendo la linearità della melodia. Trattando le parti vocali quasi come parti strumentali era possibile trascriverle in intavolature per liuto o struemento a tastiera.

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