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Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

Padova preistorica, la storia "tumultuosa" della Val Padana

Siamo tutti abituati a vedere il territorio padovano come una rigogliosa vallata la cui vista è addolcita dalle dolci forme dei colli Euganei e dalla vista lontana delle vette alpine innevate, solcata da fiumi generosi e adornata di splendidi capolavori dell'arte e della cultura. Ma com'era la provincia quando tutto questo ancora non esisteva? La storia della Val Padana, e di conseguenza del territorio padovano, è davvero interessante e tumultuosa non solo dal punto di vista geologico, ma anche zoologico e umano.

Le Maldive in Veneto

Approssimativamente 50 milioni di anni fa, e fino "appena" a qualche centinaia di migliaia di anni or sono, il panorama che sarebbe apparso davanti agli occhi di un visitatore nel territorio padovano sarebbe stato più simile a un paradiso tropicale che alla omogenea vallata a cui siamo abituati. La posizione della pianura Padana era infatti molti più meridionale, l'orogenesi alpina ancora doveva cominciare, e un basso mare caldo e riparato copriva la pianura lasciando qui e lì spazio ad atolli formati da accumuli di corallo: esattamente come le Maldive o le Seychelles. Le testimonianze fossili di Bolca e dei Lessini, infatti, ci raccontano di una fauna fatta di pesci dalle ampie e ondeggianti pinne, del tutto simili ai pesci tropicali, enormi ammoniti che ancora oggi si possono vedere fossilizzate sul selciato passeggiando per Verona, trilobiti, e di una fauna fatta di palme altissime e rigogliose. In mezzo a questo mare, però, già sorgevano i colli euganei, formati fra i 55 e i 40 milioni di anni fa... e a quell'epoca alle volte eruttavano lava viscosa. Le cose, però, erano destinate a cambiare: la pressione della placca africana spinse verso nord-est quella che sarebbe diventata la pianura, e nel Miocene, a partire da 22 milioni di anni fa, le Alpi cominciarono a svettare verso il cielo sollevando i fondali marini e costituendo i giacimenti fossili che oggi conosciamo. Con l'orogenesi alpina nacquero i fiumi, e nel giro di poche centinaia di migliaia di anni la pianura si formò.

Dagli occhiali da sole alla pelliccia

Strano a dirsi, specialmente fra i rigori dell'inverno, ma il territorio padovano e la valle che lo ospita non sanno davvero darsi mezze misure. Dallo splendido mare tropicale poc'anzi descritto, la pianura da poco formata si trasformò attorno ai 100.000 anni fa in una desolata, gelida steppa artica. A quell'epoca, i ghiacci ricoprivano per centinaia di metri l'intero arco alpino, e un enorme ghiacciaio scendeva giù dalle vallate trentine riempiendo la conca che oggi conosciamo come lago di Garda. Le temperature precipitavano d'inverno attorno fino a 40 gradi sotto zero, anche perchè, oltre al freddo intenso che il Pianeta stava di per sé sperimentando, va considerato che il clima veneto era molto meno addolcito dalla vicinanza del mare, dato che l'innalzamento dei ghiacci polari e continentali aveva spostato la linea di costa adriatica all'altezza dell'Abruzzo, attribuendo alla zona euganea un clima continentale. In questo scenario desolato di praterie gelide, vagavano mammuth e orsi delle caverne, di cui si cibavano i veneti di allora: gli uomini di Neanderthal, che avevano da poco vinto la sfida evoluzionistica con i loro predecessori, gli Homo Erectus. 

Arriva l'uomo moderno

35.000 anni fa, un nuovo padrone di casa si appropria della scena: l'Homo Sapiens Sapiens, o uomo moderno. Scalzato il cugino Neanderthal, l'uomo moderno, del tutto simile a noi, si appropria delle terre all'ombra dei colli Euganei, gode delle sue risorse di caccia e vi scopre un bene preziosissimo: la selce. Per chi si fosse posta la domanda, il nome Monselice vi dice niente? Non significa altro che "Monte di Selce". Si dà il caso che la selce fosse non importante, ma fondamentale nel Paleolitico, perchè era una delle pietre migliori, più facilmente lavorabili e a più alto rendimento per la costruzione di utensili, e chi possedeva quella risorsa era, a tutti gli effetti, ricco. Ai piedi dei colli Euganei, così ricchi di quella preziosissima pietra, si apriva una pianura solcata da una densa rete di fiumi che collegavano l'entroterra al mare, un luogo ideale per costruire una grande città. Fu così, probabilmente, che 3.000 anni fa nacque Padova. 

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