rotate-mobile
Padova da Vivere

Padova da Vivere

A cura di PadovaOggi

Via Giovanni Belzoni, una dedica all'egittologo padovano: il suo ritratto

Via Belzoni, che si snoda dall'incrocio con via Morgagni e via Falloppio, fino all'inizio di via Ognissanti, è stata dedicata all'ominimo egittologo nato a Padova nel 1778. Giovanni Battista Belzoni non era ricco, il padre era un barbiere e lavorò nella sua bottega fino a 16 anni. Sin da bambino mostrò grande interesse per l'arte, e così decise di partire per Roma, dove, grazie ad un lavoro da idraulico, riuscì ad avvicinarsi all'archeologia.

Viaggiò moltissimo. A Parigi diventò venditore ambulante di immagini sacre e altri oggetti d'arte. A Londra, sposò una giovane irlandese ed ebbe una breve esperienza teatrale; infatti, vista la sua corporatura robusta, l’altezza notevole e la muscolatura possente fu scelto come protagonista di “Sansone della Patagonia” nel 1803. Viaggiò poi in Spagna, Portogallo, Sicilia e Malta, inventando spettacoli di idraulica applicata: giochi di acqua e fuoco, che furono molto apprezzati nel mondo del teatro.

A Malta, seppe che il viceré d’Egitto, Mohammed Ali, era alla ricerca di nuove soluzioni idrauliche per risolvere problemi d'irrigazione. Colse la palla al balzo e partì per per mettere a disposizione le sue conoscenze. In Egitto conobbe il console generale britannico, Henry Salt, un grande amante dell’archeologia egizia, che gli commissionò il trasporto di numerose opere archeologiche. Grazie a questo lavoro scoprì l'Egitto e si dedicò all'arte che tanto amava.

La sua impresa più significativa fu l’apertura della piramide del re Chefren, confontando la struttura interna della piramide di Cheope. I tesori rinvenuti dal Belzoni sono collezionati nel British Museum, a Cambridge, a Bruxelles, e Padova. Morì nel 1823, nel Benin, colpito da una malattia.

Si parla di

Via Giovanni Belzoni, una dedica all'egittologo padovano: il suo ritratto

PadovaOggi è in caricamento