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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Abano Terme

Morta la mamma anti crocefisso: disposta l'autopsia

Il 14 maggio in ospedale a Schiavonia ha smesso di battere il cuore di Soile Tuulikki Lautsi 66 anni, italo finlandese, che nel 2002 chiese che venisse tolto il crocefisso dalle aule frequentate dai suoi figli ad Abano

E' morta il 14 maggio a Schiavonia Soile Tuulikki Lautsi, 66 anni, la mamma italo finlandese che 21 anni fa, nel 2002 aveva chiesto di rimuovere il crocefisso dalla classe frequentata da suoi due figli della scuola "Vittorino da Feltre" di Abano. La richiesta sollevò un vero e proprio caso giudiziario che arrivò fino alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Originaria di Sipoo, in Finlandia secondo la ricostruzione, quattro giorni prima del decesso è andata al pronto soccorso lamentando problemi di stomaco e intestinali. La situazione è poi degenerata e il suo cuore ha smesso di battere.

Indaga la Procura

I familiari della donna desiderano conoscere la verità sulla morte di Soile Tuulikki Lautsi. Per questo hanno dato mandato all'avvocato Oscar Ugo di presentare un esposto in Procura. Si indaga per omicidio colposo. Il fascicolo d'inchiesta è coordinato dal pubblico ministero Sergio Dini. Come primo passaggio, è stata disposta l'autopsia. L'italo finlandese lascia il marito Massimo Albertin e i figli Dataico e Sami. Nel frattempo i vertici dell'Ulss 6 Euganea, trasmettendo ai familiari della donna le più sentite condoglianze, hanno già fatto sapere di essere a disposizione dell'autorità giudiziaria per giungere alla verità di cosa abbia pregiudicato in maniera irreparabile il fisico della donna. 

La vicenda crocefisso

Nel 2022, dopo le richiesta della donna al consiglio di classe della scuola frequentata dai figli è nato il "caso Lautsi". Quando il consiglio d'istituto all'epoca dei fatti mostrò pollice verso a fronte delle richieste della donna, la mamma dei due iscritti si è rivolta al Tar del Veneto. Nel 2004 quest'ultimo ente ha rinviato ogni decisione alla corte costituzionale che a sua volta si è dichiarata non idonea a discutere questo caso. Nei vari passaggi della vicenda nel 2005 il tribunale amministrativo veneto ha rigettato il ricorso della donna identificando il crocefisso come un elemento identitario e non solo come un simbolo di fede. 

Corte Europea

Nel 2009 il "caso Lautsi" è arrivato alla Corte Europea. Qui in un primo momento sono state accolte in parte le richieste della italo finlandese, riferendo che l'esposizione di simboli religiosi potesse ledere il diritto dei genitori di educare i propri eredi secondo le proprie convinzione. Questa svolta pervenuta dalla Corte Europea ha di fatto creato un terremoto culminato con minacce di morte alla famiglia richiedente. Qualcuno in quei giorni ha disegnato delle croci lungo il muro di cinta della sua casa. L'epilogo della vicenda si è avuto nel 2011 quando la vicenda giudiziaria si chiuse con un nulla di fatto. Si è arrivati alla conclusione che l'esposizione del crocefisso non violava le norme della convenzione europea dei diritti dell'uomo.  

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