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Omicidio Caruso: è giallo su coltello e luogo dove è stato ucciso

Abbiamo percorso (video) la strada che Mattia Caruso avrebbe fatto, ferito, dal parcheggio al luogo dove poi è stato soccorso, invano. 2,2 Km tortuosi difficilmente percorribili in quelle condizioni. Da indiscrezioni emerge che la morte sia stata provocata da un fendente al cuore

Mattia Caruso avrebbe compiuto trentuno anni l’11 ottobre. La sua vita, il suo sorriso, si sono invece spenti la notte di domenica 25 settembre. Di certo c’è che Mattia si trovava al volante dell’auto della sua ragazza, Valentina. Una Mercedes classe A, verde bottiglia, del 2002. Avevano appena lasciato un locale a Montegrotto Terme, ai “Laghi di Sant’Antonio”. Secondo una prima ricostruzione, che però per ora non trova nessun riscontro, il ragazzo trentenne sarebbe stato colpito da una persona non identificata nel parcheggio dello stesso del locale, poi sarebbe salito in auto dove lo aspettava la ragazza per fermare poi la loro corsa in via dei Colli. Percorrendo però la strada che attraversa la zona industriale di Montegrotto Terme in direzione Abano, partendo dal locale, viene difficile pensare che possa aver compiuto un tragitto per nulla lineare con ferite da un’arma da taglio, perdendo sangue. Il coltello, trapela da indiscrezioni, potrebbe essere sarebbe stato suo.

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Cuore

Mattia inoltre, questo è stato detto da un sanitario all’obitorio di Padova la notte della tragedia, sarebbe morto a causa di un fendente al cuore. Sono due, tre al massimo, i colpi che sarebbero stati inferti al trentenne di Albignasego. Ma è quel colpo che determina il finale drammatico di questa vicenda. In auto con lui, la sua fidanzata che secondo una prima versione sarebbe stata nella Mercedes in attesa di Mattia, nel parcheggio del locale, prima di prendere la strada di casa, che mai poi hanno raggiunto. Una vicenda che ha dei lati oscuri come è evidente visto che, per ora, non c’è ancora un accusato, un sospettato. Per questo, come spesso capita, si è scavato nella vita della vittima cercando risposte, indizi, motivazioni che possono giustificare una vendetta, una ritorsione. Mattia invece era un ragazzo benvoluto da tutti, nell’ambiente lavorativo, nel quartiere dove è cresciuto.

Il ricordo

Come tutti aveva pregi e difetti -racconta chi lo conosceva bene- ma aveva un carattere aperto, era interessato a tutto, curioso, uno che voleva sapere. Mattia, dai racconti di tantissimi che lo hanno conosciuto, non era uno che non avesse le sue convinzioni su quanto gli stava attorno ma gli piaceva farsi una opinione sua. Come tutti i giovani non era perfetto, ma non aveva mai avuto guai seri nella vita. E’ ad esempio trapelata una notizia che da ragazzino fosse coinvolto in una vicenda legata alle cosiddette baby gang, ma Mattia non è mai stato né indagato né interrogato su questa vicenda, né al tempo né dopo. Assolutamente estraneo. E’ vero, era stato fermato e trovato in possesso di dell’ashish all’età di ventitré anni. Gli fu ritirata la patente e pagò il prezzo dell’errore. In possesso di un quantitativo che non può far pensare a coinvolgimenti in strani traffici, come tanti ragazzi di quell’età, si faceva qualche canna. Dopo di quello nessun altro problema con la giustizia.

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Una famiglia molto unita

Mattia era un gran lavoratore come tutta la sua famiglia, numerosa e di origine meridionale per parte di padre. La mamma è invece padovana. Una famiglia molto unita sia dall’affetto che dal lavoro visto che sono tre generazioni che portano avanti l’attività dolciaria. Questa vicinanza, la partecipazione al dolore hanno in qualche modo creato un immaginario stereotipato che non rende onore a persone che stanno vivendo una tragedia come la perdita di un figlio, di un fratello. Una famiglia numerosa, sopraffatta da una situazione che nessuno mai avrebbe potuto prevedere, investita da un dolore così straziante. Una famiglia che chiede solo la verità, che vuole sapere cosa è accaduto la tragica notte del 25 settembre. Se poi qualche parente lontano, che la famiglia Caruso non sente da anni, si è sentito autorizzato a parlare per loro, non hanno potuto fare nulla, ma è accaduto anche questo.

Le passioni di Mattia

Mattia aveva due hobby, due passioni. Collezionava clipper, gli accendini multicolore di cui ne possedeva circa cinquecento. Una passione vera e propria. Ne aveva di rarissimi. Un'altra sua passione erano i coltelli. Ne comprava, collezionava. Ne portava sempre uno con sé, che appoggiava in auto sul cruscotto. Anche quella sera lo aveva con sé, in auto. Potrebbe essere proprio quello usato per interrompere la sua giovane vita.

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