Abolizione dei buoni pasto ai volontari del servizio civile nazionale
La denuncia dei volontari in servizio nell'Università di Padova
In tempo di crisi la parola più in voga e più comunemente abusata è tagli. E la scure dei tagli si è abbattuta anche sul Servizio Civile Nazionale.
La spending review, Decreto Legge 6/7/2012 n.95 (G.U. 6/7/2012 N.141) emanata dal governo Monti, nell'ambito degli obiettivi finalizzati alla riduzione dei costi della spesa pubblica, non garantisce più, per i progetti che lo prevedevano, l'erogazione dei buoni pasto ai volontari in servizio nell'Università Degli Studi di Padova. Prima di questa normativa i volontari beneficiavano di due buoni pasto a settimana del valore di 5.17 euro ciascuno. Nel contratto che hanno accettato e sottoscritto il 3 settembre 2012 veniva ancora menzionato questo diritto previsto regolarmente dal bando emanato dall'Università di Padova.
Oltretutto, per l'anno 2012/2013 è saltato un bando "rimpiazzato" da quello dell'anno precedente partito in ritardo e il numero dei volontari per l'anno 2013/2014 è stato drasticamente ridotto. Oltre al danno la beffa, sono stati aboliti anche i buoni pasto. E a pagarne le conseguenze sono i volontari in servizio, che sono basiti e increduli. Si intende risparmiare sempre su ambiti già fortemente penalizzati in questi anni, quello sociale e culturale, in un'Italia che perde sempre più colpi e stenta a risollevarsi. La stessa Italia che osa riscattarsi sulle fasce più deboli, chiedendo sacrifici a chi di sacrifici ne fa già troppi.
Ma i Volontari del Servizio Civile Nazionale non ci stanno. Vogliono manifestare il loro aperto dissenso per questo accanimento istituzionale che erode dall'alto i progetti di intervento sociale, culturale e civile a cui sono stati chiamati. Ciò che sta accadendo racchiude l'assurdità di una politica che li colpisce e non li salvaguarda come risorsa fondamentale per gli Enti in cui prestano servizio. Le loro attività rappresentano una garanzia per il miglioramento dei servizi offerti e l'ottimizzazione delle risorse dell'Ente che li ospita. Tutto l'apparato del SCN, a causa di questa iniqua spending review, si sta sfaldando. La questione è di grande responsabilità politica e culturale.
I volontari, attraverso un attento e preciso intervento di sensibilizzazione, vogliono aprire un dialogo serrato con gli Enti e le Istituzioni e denunciare incisivamente la questione, mettendo in primo piano il problema dei tagli. I volontari del SCN fungono da mediatori e operatori sociali e culturali nei contesti in cui intervengono; quindi un Paese che compromette questo tipo di risorsa attacca se stesso dall'interno e agisce secondo schemi inconcepibilmente masochistici e illogici.