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Cronaca

Vuole abortire, 22 ospedali si rifiutano: "Non c'è reato", indagine archiviata

Il caso era scoppiato nel marzo scorso. Una 41enne padovana aveva denuciato il fatto alla Cgil Veneto segnalando la forte presenza di medici obiettori. "Era tutto falso perché la verità svelata dai magistrati è tutt'altra", dichiara l'assessore regionale alla Sanità

Archiviata l’inchiesta avviata dopo la  denuncia di una 41enne padovana che, decisa ad abortire, aveva trovato il rifiuto di ben ventidue ospedali del Nordest. La donna si era dunque appellata al sindacato della Cgil del Veneto denunciando l'allargarsi dei tempi per sottoporsi alla Igv per la forte presenza di medici obiettori.

ALCUN REATO. Per il procuratore aggiunto di Padova Valeria Sanzari, che ha curato le indagini affidate ai carabinieri del Nas, non ci sarebbe alcun reato: tutto si sarebbe svolto nel rispetto della legge.

INTERVENTO AL 23° TENTATIVO. La donna aveva scoperto di essere incinta nel dicembre scorso. L'intervento doveva essere eseguito per legge entro i primi 90 giorni di gestazione, e le risposte negative ricevute dalla donna hanno rischiato di dilatare troppo i tempi. Alla fine, grazie all'aiuto della Cgil, la 41enne ha potuto abortire proprio nell'ospedale di Padova, il primo a cui si era rivolta e il primo che le avrebbe risposto di no.

COLETTO. Sull'archiviazione dell'indagine è intervenuto anche l'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto: “Adesso chi restituirà la dignità ai lavoratori della sanità veneta ingiustamente trascinati nel fango? Forse la ‘signora Giulia’? Forse il sindacato, che i lavoratori dovrebbe difendere, e certa politica che cavalcarono senza remore la bufala? Forse tutti i Tg, salotti televisivi e media nazionali che riempirono palinsesti e pagine sullo scandalo del Veneto che negava i diritti delle donne? Sarebbe bello e giusto che arrivassero delle scuse con gli stessi spazi delle ingiuste accuse, ma temo non accadrà. Per fortuna ci ha pensato la Magistratura, che ringrazio, svelando la verità con un lavoro meticoloso e veloce”.

ALTRO CHE ODISSEA. “Era tutto falso – incalza Coletto – perché la verità svelata dai Magistrati è tutt’altra: il 15 dicembre 2015 fu richiesta la prestazione; il 23 dicembre fu fatta la visita; il 12 gennaio fu effettuato l’aborto. Tutto in 28 giorni, abbondantemente entro tutti i limiti di tempo del mondo. Altro che odissea! L’odissea l’hanno vissuta operatori e sanitari sbattuti in prima pagina come dei mostri”.

LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE. “Questa vicenda – conclude Coletto – lascia comunque una grande amarezza: il dover constatare come la sanità sia sempre di più il terreno di caccia di strumentalizzazioni, perché la salute è un bene delle persone, non uno strumento della politica del disfattismo. Le bugie hanno la lingua lunghissima, ma per fortuna hanno le gambe corte”.

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