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Cronaca

Accoltella due carabinieri a Padova Coisp: "Soltanto due anni di galera"

Lo spacciatore tunisino responsabile dell'aggressione avvenuta lo scorso 5 febbraio in via Tonzig ha patteggiato mercoledì, durante l'udienza preliminare. Il sindacato è stato ammesso a costituirsi parte civile

Si è svolta mercoledì l’udienza preliminare a carico di Imed K., 35enne tunisino, in Italia senza fissa dimora, arrestato il 5 febbraio scorso a Padova dopo avere accoltellato due carabinieri.

L'EPISODIO. L’uomo, poco prima, aveva offerto ai militari in borghese della droga poi, quando questi hanno tentato di arrestarlo, si è scagliato contro di loro con un coltello dalla lama di 17 centimetri, ferendo entrambi. I carabinieri, alla fine, erano riusciti comunque ad arrestarlo, ma due giorni dopo lo spacciatore era stato rimesso in libertà in attesa di giudizio, con il solo divieto di dimora a Padova. Inizialmente arrestato anche per tentato omicidio, il tunisino alla fine è stato chiamato a rispondere di spaccio di cocaina, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate, e porto di coltello.

PATTEGGIA DUE ANNI. Mercoledì in aula il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile dei due militari feriti, Alessandro Casu e Davide Caporale, nonché del Coisp, tutti rappresentati dall’avvocato Giorgio Carta. Il procedimento a carico del 35enne si è chiuso definitivamente senza giudizio nel merito, poiché la difesa dell’uomo ha chiesto ed ottenuto di patteggiare due anni di reclusione.

LA POLEMICA DEL COISP. "La nostra ammissione a costituirci parte civile è un importante risultato nella direzione del riconoscimento della nostra legittimazione in sede giudiziaria a difendere i diritti degli appartenenti alle forze dell’ordine. Nel caso specifico la ferma resistenza di un pubblico ministero ha portato alla qualificazione di un grave accoltellamento nella fattispecie di lesioni e non di tentato omicidio. Lesioni gravi che, purtroppo, sono state punite con soli due anni di galera. Per noi è una cosa davvero vergognosa".

"CHIEDEREMO I DANNI AL MINISTERO". "La scelta del rito alternativo dell’applicazione della pena su richiesta delle parti - spiega l’avvocato Carta - esclude automaticamente le parti civili dal procedimento penale. Ma ciò sposta solo la sede dove faremo valere le nostre ragioni, che adesso è quella del tribunale amministrativo regionale dove proporremo ricorso contro il ministero della Difesa, che in sede penale avevamo chiesto di citare come responsabile civile, perché, a nostro giudizio, siamo di fronte ad una violazione del rapporto contrattuale di lavoro".

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