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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Gli affreschi di Giotto erano copie" 3° PARTE - Gli elementi di scena

"L'artista, nel dipingere la cappella degli Scrovegni di Padova, riprodusse scene dalle sacre rappresentazioni". Lo studio di Ubaldo Di Benedetto

"Gli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni non sono creazioni artistiche originali, bensì copie delle sacre rappresentazioni". Ad Affermarlo è Ubaldo Di Benedetto. Oltre 35 anni di insegnamento alle spalle, lo studioso è stato docente alla Harvard University, dove ha tenuto diversi corsi di arte. Ha contribuito alla stesura di diversi articoli e libri. Nel 1997, è stato eletto membro della Reale Accademia di Spagna per aver pubblicato studi comparativi. Autore di Polar Day 9, il romanzo, scritto sotto lo pseudonimo di Kyle Donner, che ispirò il film di Emmerich "Il giorno dopo domani". È cattedratico emeritus dal 2012.

LA RUBRICA - "GLI AFFRESCHI DI GIOTTO ERANO COPIE"

"GLI AFFRESCHI SONO COPIE". Dopo anni di studi e ricerche, lo studioso ritiene di aver dimostrato la tesi che Giotto non creò nulla, bensì riprodusse, nelle sue raffigurazioni, il palcoscenico sul quale furono inscenate le sacre rappresentazioni. "Nel 1913, il medievalista Émile Mâle dichiarò che l’iconografia del teatro medievale ebbe un enorme influsso sulla pittura, e non viceversa - scrive Ubaldo Di Benedetto - possiamo ora affermare con certezza che l’iconografia del dramma religioso diede luogo alla scenografia nella pittura".

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Continua da 2° PARTE - Il tavolato inclinato - (1° PARTE - componenti permanenti)

ELEMENTI DI SCENA

Un tipico elemento di scena è la struttura muraria in Incontro alla Porta Aurea:

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Secondo il professor Brown, la struttura nell’affresco era un'"anomalia", una difformità inconcepibile nel contesto delle norme sulla costruzione di case, chiese, muraglie e ponti nel Medioevo. La struttura non è sviluppata secondo il piano verticale perché doveva essere allestita su un palcoscenico di piccole dimensioni. Inoltre, la struttura doveva essere facilmente trasportata durante i cambiamenti di scena che si effettuavano spesso sei o sette volte durante una singola presentazione.

Si noti che l’elemento di scena ha solamente la parte frontale come le quinte che vediamo anche oggi sul palcoscenico. Questo stato particolare fa sì che la struttura muraria nell’affresco si opponga alla “logica dell’architettura,” scrive Francesco Benelli nel libro The architecture in Giotto’s paintings, New York, Cambridge University Press, 2012. Una struttura muraria con caratteristiche architettoniche normali sarebbe stata dipinta come quella che si può osservare nell’illustrazione che segue, cortesia del Professore John H. Brown.

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"La struttura nell’affresco è teatro - afferma Ubaldo di Benedetto - tollerabile solamente sul palcoscenico, la costosissima fascia d’oro che conferisce eleganza, grazia e importanza alla porta 'aurea'".

RIPRODUZIONE DEL TRITTICO D'ALTARE COME QUINTA DI SCENA NEGLI AFFRESCHI

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Tre sezioni rettangolari decorate con strisce rosse e gialle prendono il posto delle pareti di una sala da pranzo. Le sezioni sono modellate sulle tre tavole del trittico d’altare. Di uso universale nella storia dell’arte della Chiesa, ma anche in quella del teatro, il trittico, grazie alle tavole ripiegabili l'una sull'altra, si poteva trasportare facilmente. "Si noti come le sezioni laterali sono leggermente angolate verso il centro per dare forma alla sala -  rileva Di Benedetto - affine al paravento, la quinta modellata sul trittico è cosi bassa che possiamo vedere nitidamente la tela di fondo azzurra del palcoscenico, oltre la cornice di legno".

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"Se Giotto non avesse copiato la quinta - spiega il critico d'arte - come architetto non avrebbe mai dipinto una sala con pareti così basse da far vedere il cielo". La quinta di scena modellata sul trittico era così pratica che la vediamo anche oggi sul palcoscenico all’aperto di York, in Inghilterra, dove ogni anno presentano mystery plays. Queste sacre rappresentazioni sono famose perché gli sceneggiatori duplicano la regia delle scene del tardo Medioevo.

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"Come possiamo osservare nella foto - osserva Di Benedetto - due delle tre tavole sul palcoscenico a York sono leggermente angolate verso il centro come nell’affresco per creare l’effetto di una sala. Non sorprende vedere il cielo dietro la quinta del palcoscenico a York. Non sorprende vedere anche la tela di fondo azzurra dietro quella in Le Nozze di Cana, perché la quinta del teatro medievale era un attrezzo mobile non molto alto".

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"La tavola sinistra dietro l’attore con l’elmetto nella foto del palcoscenico a York - continua l'esperto - mi permette di inserire un'ulteriore riprova del fatto che Giotto copiò le scene presentate sul palcoscenico all’aperto".

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"Come indica la freccia, la parte laterale della tavola ha uno spessore di circa 5 centimetri, una caratteristica che possiamo scorgere perché dipinta bianca al centro all’altezza dell’elmetto - spiega - le tavole della quinta in Le Nozze di Cana richiamano attenzione proprio perché anche qui le parti laterali hanno uno spessore di circa di 5 centimetri", come si può possiamo vedere nella striscia dipinta di bianco nella tavola sinistra e in quella a destra indicate dalle frecce:

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L’uso del trittico come quinta di palcoscenico è apparente nell’affresco:

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"Che altre spiegazioni ci sarebbero per questa similarità fra l’allestimento del palcoscenico a York e quello nell’affresco?", si domanda l'autore dello studio.

Quello che segue è un trittico in una rappresentazione sulla morte di Cristo che ebbe luogo nel Garden Museum di New York nel 2002. Anche, in questo show, realizzato da appassionati di teatro, i produttori si attengono a sceneggiature con allestimenti e costumi che erano popolari nel Medioevo e nel Rinascimento.

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Continua qui: "Gli affreschi di Giotto erano copie" 4° PARTE - La posizione degli attori

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