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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Aggressione all'avvocato Longo: proseguono le indagini, aumentano gli interrogativi

Se temeva di essere aggredito, l'avvocato ha dichiarato di non conoscere i due, perché il noto legale ed ex senatore della Repubblica, non ha chiamato le forze dell'ordine invece di scendere di casa con una pistola? 

L’avvocato Longo porta ancora i segni delle conseguenze dell’aggressione subita nell’androne di casa la notte del 30 settembre. I medici infatti gli hanno dato una prognosi di venti giorni ma potrebbero diventare di più. I due arrestati invece, Luca Zanon e Silvia Maran, fidanzati di 49 e 47 anni, sono apparsi la mattina di sabato 3 ottobre alle 10 in tribunale, per l’udienza di convalida, accompagnati dai loro legali, gli avvocati Claudia Barattin per Maran e Patrizio Ianniello per Zanon.

Convalida

Il gip Claudio Marassi ha convalidato l’arresto dei due per lesioni aggravate e rapina, alleggerendo però la misura cautelare, dagli arresti domiciliari sono passati all’obbligo di dimora nel comune di Padova, con la prescrizione di rimanere a casa dalle 22 alle 7 e di tenersi alla larga dall’abitazione e dallo studio dell’avvocato Longo. La terza denunciata è la trentunenne Rosanna Mariasole Caudullo che avrebbe avuto in passato una relazione con l'avvocato, che interrompe tanto da non voler più avere a che fare con la donna nonostante il coinvolgimento di lei. Per questo i due amici si sarebbero offerti di fare i mediatori affinché i due riprendessero i rapporti. 

Legami

A ricostruire la serata di mercoledì sono stati i due davanti al giudice anche se ci sono molti punti che non sono ancora chiari. Zanon, Maran e Caudullo, le due donne sono molto amiche, si sono incontrati mercoledì sera al bar Tinto di via Venezia per poi dopo andare tutti insieme a suonare a casa dell'avvocato. Sembrerebbe che a monte di tutta la faccenda ci siano relazioni sentimentali. Fatto sta che la vicenda, da privata che doveva probabilmente rimanere è diventata di dominio pubblico oltre alle conseguenze fisiche provocate all'avvocato dalla collutazione. Comprendere come mai sia avvenuta è importante per stabilire responsabilità e grado della stessa. Di questo si stanno occupando gli inquirenti. Una vicenda di cui, è certo, si scriverà ancora visto che coinvolge direttamente o indirettamente, figure molto note non solo in città. Il suo collega, l'avvocato e senatore Niccolò Ghedini all'indomani dei fatti si è presentato dal procuratore capo, Antonino Cappelleri per un colloquio. 

Interrogativi

Restano però degli interrogativi: sicuramente è legittimo detenere un'arma legalmente, l'avvocato non ha mai nascosto di possederne una, ma perchè scendere di casa impugandola? Se temeva di essere aggredito, l'avvocato ha dichiarato di non conosere i due, perché il noto legale ed ex senatore della Repubblica, non ha chiamato le forze dell'ordine invece di scendere di casa con una pistola? 

Avv. senatore Piero Longo-2

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