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Cronaca

100% Animalisti dopo le denunce: «Presi di mira, ma non ci fermeremo»

Martedì quattro attivisti sono stati denunciati al termine di un'indagine della Digos in merito alle contestazioni al circo Armando Orfei. Ora il gruppo precisa la sua posizione

Il primo commento a caldo del leader Paolo Mocavero, uno dei denunciati, aveva ironicamente ringraziato la solerzia della polizia e precisato che l'associazione, visto il trattamento ricevuto, non chiederà più in futuro l'autorizzazione della questura per svolgere le contestazioni. Il 23 dicembre i presidi erano infatti stati approvati dal questore, ma i militanti sono accusati di non averne rispettato le normative. Appellandosi alla Costituzione, Centopercentoanimalisti sottolineano un atteggiamento eccessivo da parte delle forze dell'ordine nei propri confronti, mentre in altri casi il trattamento riservato a chi maltratta gli animali sarebbe stato decisamente più "morbido". Di seguito la nota diramata dal gruppo.

Le presunte offese

«La Digos ha denunciato quattro nostri attivisti: le accuse sono di aver violato le disposizioni pronunciando ingiurie e di aver acceso (o lanciato) un fumogeno. Premesso che denunce e altre intimidazioni hanno il solo risultato di rafforzare la nostra volontà di lotta a favore degli animali, nel caso specifico siamo al ridicolo». Il dito è puntato sul contenuto delle presunte offese: «Se dire “Gli animali al circo non si divertono”, “non portate i bambini al circo”, “vergogna” sono ingiurie da denunciare, possiamo stracciare non solo la Costituzione, ma anche le Dichiarazioni del 1793 e del 1948 sulla libertà di opinione e di espressione». 

Presi di mira

Che i toni fossero particolarmente accesi è innegabile, ma il gruppo sostiene di essersi limitato a rispondere ad altrettante offese ricevute: «É vero che alcuni dei presenti hanno risposto per le rime a chi (circensi o spettatori) per primo offendeva o provocava, ma il funzionario Digos evidentemente ha visto e sentito solo i nostri attivisti, ce ne faremo una ragione. E se vogliamo dirla tutta, lo stesso funzionario Digos, fin dall’inizio, ha avuto un atteggiamento a dir poco intimidatorio e scostante nei confronti dei nostri militanti». Una sorta di discriminazione dunque, su cui l'associazione puntualizza: «Rispettiamo e continueremo a rispettare le forze dell’ordine, ma esigiamo assolutamente uguale rispetto».

Un episodio increscioso

Curioso, secondo l'associazione, che questo episodio abbia suscitato simili reazioni, essendo simile a molti altri che in passato non sono stati perseguiti: «Da oltre quindici anni teniamo presidi con le stesse modalità. Come mai ora improvvisamente diventano perseguibili? A Padova di recente c’è stato l’odioso episodio della gallina seviziata e forse uccisa da una banda di bulletti della Padova “bene”. I quali poi, seguendo una vergognosa moda, hanno postato il video della bravata sul web». Il riferimento è all'increscioso fatto verificatosi alla metà di gennaio: «I responsabili sono tutti figli di noti professionisti. Abbiamo l’impressione che si voglia minimizzare la gravità dell’accaduto e passare sotto silenzio insabbiando tutto». «Nostri militanti hanno avolto un blitz nei licei frequentati dai teppisti, perchè Centopercentoanimalisti è l’unico movimento deciso a smuovere le acque per far punire i colpevoli. Tuttora non si sa chi ha portato la gallina e chi fine abbia fatto. Vero che sono state postate foto il giorno dopo, ma è anche vero che nessun veterinario ha potuto visitare quella povera creatura per stabilire se era la stessa o no». (Per quell'episodio sono stati denunciati quattro giovani accusati di maltrattamento di animale ndr).

La reazione

Il gruppo precisa la sua posizione e l'intenzione di andare a fondo: «Qualcuno vuole metterci a tacere? Sarà sicuramente una coincidenza, tuttavia, l’unica cosa certa è che continueremo con più forza di prima. Centopercentoanimalisti va avanti per gli animali: ci possono denunciare, ma non ci fermeranno».

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