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Cronaca Piove di Sacco

Anziana in ospedale a Piove di Sacco, botta e risposta in Regione: "Ecco la verità"

Al centro della vicenda un'85enne. Manuela Lanzarin ha risposto all'interrogazione del consigliere del Pd Claudio Sinigaglia, che ha insinuato un mancato intervento nei confronti della donna

Sarebbe costretta al ricovero in ospedale a Piove di Sacco ma in realtà la situazione apparirebbe diversa, almeno stando al botta e risposta in Regione. “Si tranquillizzi il consigliere Sinigaglia. Il caso dell’anziana 85enne costretta a restare in ospedale a Piove di Sacco è ben noto alla Regione, che si è attivata, ha ricevuto i parenti, ha parlato col comune e si è tenuta informata sugli sviluppi della vicenda. Ma le cose non stanno come dice il consigliere, che poteva informarsi con una telefonata presso i miei uffici invece di nascondersi dietro un caso umano per mascherare la voglia di andare sui giornali”. E’ la risposta dell’assessore ai servizio sociali della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, al consigliere del Pd Claudio Sinigaglia, che in una interrogazione contesta alla Regione un presunto mancato intervento nei confronti della donna.

IL CASO. “Il caso è assai più complesso di come lo descrive Sinigaglia – spiega l’assessore – cominciamo col dire che la signora, dopo le cure in ospedale, ha riacquistato una completa lucidità e autonomia. Essa vive in una abitazione in scadenti condizioni strutturali nella quale rifiuta di rientrare dichiarando che non è idonea e richiedendo l’inserimento in una struttura residenziale. Le condizioni sanitarie della signora non appaiono (come sostengono gli uffici competenti della Ulss) tali da giustificare forme di assistenza sanitaria domiciliare”.

MANTENIMENTO. “Proseguiamo col dire che la famiglia non intende farsi carico della sua accoglienza sollecitandomi, nel corso di un incontro svoltosi a Palazzo Balbi e da loro richiesto, che la Regione sin occupi del mantenimento – aggiunge l’assessore – pertanto è stata proposta alla famiglia e alla signora la possibilità di predisporre un progetto di assistenza non sanitaria, che prevede l’attivazione del servizio di assistenza domiciliare del Comune (pasti, supervisione, assistenza, ecc) con eventuale sostegno economico. Ma il rifiuto della signora a rientrare nella sua abitazione e la mancata disponibilità della famiglia a sostenere le spese di ristrutturazione, anche minima, dell’immobile, rendono impraticabile anche questa soluzione”. “Se il consigliere Sinigaglia si fosse informato – conclude l’assessore Lanzarin – avrebbe preso diretta conoscenza della questione e si sarebbe risparmiato una polemica che non sta in piedi”.

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