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Cronaca

Appartamento a "lanterne rosse" Segregate e costrette a prostituirsi

Arrestata la 41enne "maitresse" cinese di una casa chiusa a Mestre e denunciata la complice alla quale stava per cedere la gestione dell'attività appena avviata anche nel padovano

Giovani ragazze cinesi, praticamente recluse in casa per tutto il giorno, con un turn over frequente, ogni 15 giorni circa trasferite in località diverse e rimpiazzate con altre connazionali, venivano sfruttate e costrette a prostituirsi in due diverse case da appuntamento, una a Mestre e l'altra, di più recente apertura, a Padova.

DUE CASE E DUE MAITRESSE. Gestite da due cinesi, di cui una arrestata e l'altra denunciata, nelle due abitazioni i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Mestre hanno trovato tutto l’armamentario necessario per le prestazioni sessuali, fornite in base al tipo di cliente e alle modalità richieste. Nell'appartamento veneziano, al momento del blitz nella serata di mercoledì, c'erano 4 giovani cinesi, di cui due impiegate come prostitute, una regolare sul territorio nazionale e la seconda clandestina, e due addette alla gestione dell’attività e al mantenimento dei contatti con i clienti: dal supporto “logistico” delle sfruttate, alla raccolta del denaro provento dell’attività, circa un migliaio di euro al giorno, fino al pagamento delle ragazze. L'altro appartamento padovano, acquistato di recente, dopo una prima fase di "avviamento" da parte della cinese arrestata, era destinato ad essere affidato alla gestione della connazionale denunciata.

UN BUSINESS MOLTO FLORIDO. Secondo quanto ricostruito dai militari dell'arma, l'arrestata Y.J., 41enne cinese regolarmente residente in Italia da diversi anni, ufficialmente nel bresciano, provvedeva personalmente al reclutamento delle giovani ragazze e al mantenimento dei contatti con i clienti, prevalentemente telefonico e sviluppato tramite gli annunci da “centro massaggi” pubblicati su quotidiani locali e volantini pubblicitari o per passaparola. Molto florida l’attività, basata su un parco clienti numeroso – una media di 10-20 appuntamenti quotidiani – ed assolutamente eterogeneo, con tariffe varie, a partire da circa 50 euro a prestazione. Registrato un processo di cessione di parte dell’attività – l’appartamento di Padova – alla connazionale denunciata, che aveva pagato, a costo di diverse migliaia di euro, il locale e la possibilità di gestirlo.

SIGILLI E MANETTE. Gli immobili e tutti i materiali per lo svolgimento delle attività sono stati sottoposti a sequestro; tutte le donne sono state condotte in caserma, per gli accertamenti del caso, al termine dei quali si è proceduto all’arresto della prima sfruttatrice ed alla denuncia della seconda per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione; nei confronti delle due donne “sfruttate” è stato attivato apposito piano di sostegno e, per la donna irregolare, l’attivazione delle procedure di verifica della posizione in Italia. Sono in corso ulteriori approfondimenti sulla vicenda, al fine di identificare eventuali complici nell’attività di sfruttamento e chiarire la portata del giro illecito.

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