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Cronaca

Apprendistato di primo livello: sarà la nuova frontiera? Ancl Veneto lancia la guida pratica

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Riceviamo e pubblichiamo:

ANCL Veneto, espressione regionale del sindacato unitario dei consulenti del lavoro di Padova presieduta dal padovano Marco Degan, ha lanciato recentemente una guida pratica all’apprendistato di primo livello, che consente di conseguire un diploma di qualifica e il diploma professionale quinquennale.

“Lo scopo della guida - spiega il presidente Marco Degan - è quello di fornire uno strumento operativo comprensibile a tutti, in particolar modo ai datori di lavoro, ai dirigenti e agli stessi studenti".

Perché avete focalizzato le vostre attenzioni sull’apprendistato di primo livello?
"Perché è ancora un illustre sconosciuto, ma dotato di potenzialità che riguardano l’inserimento dei giovani in contesti lavorativi appropriati e sotto il vigile controllo formativo della scuola. Il tutto mediante la strutturazione di un percorso formativo condiviso tra scuola e datore di lavoro. In sintesi, è l’opportunità per gli studenti di essere adeguatamente formati all’interno del loro percorso scolastico attraverso un regolare contratto di lavoro, quello di apprendistato appunto. Si tratta a tutti gli effetti di un contratto di lavoro, con tutti i diritti e doveri che comporta".

Quali sono le differenze tra l’alternanza scuola-lavoro e l’apprendistato di primo livello?
"In entrambi i casi ci riferiamo a studenti che devono essere obbligatoriamente inseriti in percorsi formativi esterni, i quali si possono realizzare principalmente o tramite l’alternanza o tramite l’apprendistato di primo livello. Nel primo caso non siamo in presenza di un rapporto di lavoro, mentre nel secondo caso sì, con il conseguente obbligo retributivo, ovviamente.

Nell'ultimo mese si è svolto anche un dibattito sull’alternanza scuola-lavoro, manifestato anche con uno sciopero studentesco. Cosa ne pensa?
"In Italia si preferisce parlare per slogan e avere posizioni di preconcetto. Questo è il paese del tardi. I giovani escono di casa tardi, terminano il ciclo di studi tardi e come ovvia conseguenza vanno in pensione tardi. Trovo sia corretto e indispensabile offrire loro la possibilità di misurarsi, imparare e comprendere nel più breve tempo possibile il mondo del lavoro; il modo di rapportarsi con un cliente o diversamente con i colleghi, solo per citare alcuni esempi, è una caratteristica che non si apprende a scuola, ma sul campo. La scuola, le imprese e i soggetti intermedi, devono fare la loro parte per diventare i protagonisti di questi processi di cambiamento. L’alternanza, come l’apprendistato di primo livello, deve fungere da raccordo sistematico fra il mondo dell’istruzione (scuola) e tutto il mondo del lavoro".

Perché esiste il pregiudizio che non si impari nulla lavorando per esempio in fast-food o in altri contesti simili?
"Chi pensa questo, parte prevenuto. In un sistema che funziona, i casi di utilizzo scorretto sia dell’alternanza che dell’apprendistato, porrebbero l’immediato effetto che a quei datori di lavoro non verrebbe inviato più nessun studente. La verità è che oggi gli studenti, in larga maggioranza, si devono cercare i soggetti su cui fare l’alternanza. Il mondo della scuola oramai vive la formazione esterna dei ragazzi come un obbligo e tempo sottratto all’istruzione. Concludo dicendo che il contratto di apprendistato costituisce una importante tipologia contrattuale di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro e si è dimostrato uno strumento essenziale per creare quelle competenze che spesso non sono garantite dal sistema di istruzione".

Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro Veneto Unione Provinciale di Padova

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