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Cronaca San Bellino / Via Bernina

Via Bernina, non solo degrado: la verità raccontata da chi la vive

Siamo andati nell'area Funghi, lo stabile in fondo a via Bernina. Sempre usato come esempio di degrado, siamo andati a vedere e parlare con chi ogni giorno la frequenta per mostrarci com'è

La chiamano tutti area Funghi, è il complesso in via Bernina, nell’ansa Borgomagno. Un luogo quasi sempre descritto come degradato, ricettacolo di loschi figuri e di traffici. Quando si parla di questo posto è sempre in relazione a fatti di cronaca. Abbiamo così deciso di andare a vedere chi c’è in questi edifici, che attività si svolgono, per capire se è davvero l’inferno oppure no.

Area Funghi

«E’ cominciato a circolare un video con tutti gli articoli di cronaca che parlano di quest'area, messi uno dietro l'altro. Nessun riferimento alle mille attività che si fanno qui, solo parlare di cose negative». E' così grave, chiediamo poco formalmente, perché sui social può davvero capitare di tutto: «Crea un danno, invece. Alle attività che ci sono qui. Pensa se uno non si iscrive a un corso in palestra solo perché pensa che qui sia l'inferno, quando non lo è». Delle criticità però, è innegabile che ci sono: «Il vicinato che si lamenta, giustamente, del continuo via vai di persone, sia con mezzi che a piedi. Perché ci sono circoli, attività, palestre che sono qui da dieci anni e più, perché si parla invece dell'unico esercizio che ha creato il problema?». E' un ragazzo italiano a parlare: «Ma non filmarmi però, non mi va - spiega quando gli chiediamo se possiamo fare un video di questo informale colloquio che si consuma nel parcheggio  - però mi fa piacere che sei venuto a vedere di persona. E come ti sembra? Hai paura?». Non vive neppure in Arcella, Alessandro, lui viene qui a fare sport. Da Vigonza: «Quasi ogni giorno. Qui ci vedrai, se ti fermi un paio d'ore, un sacco di persone passare, di ogni età. Proprio perché frequentano e svolgono attività che la decina di associazioni presenti qui offrono. Stai aspettando qualcuno? In tal caso c'è l'occasione di guardarsi intorno». In effetti qualcuno lo stiamo aspettando, è il consigliere comunale Simone Pillitteri, molto attivo nel quartiere dell'Arcella. Mentre lo aspettiamo ci guardiamo attorno. La prima cosa che vediamo è l'ordinanza di chiusura per la presenza di stupefacenti e pregiudicati, del C-Class di via Bernina. gestito da un nigeriano, più volte al centro delle cronache locali per episodi di violenza e spaccio di droga. Il provvedimento di sospensione, adottato ai sensi dell'art. 100 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza, trova fondamento nel fatto che il locale «rappresenta ormai da tempo un punto di ritrovo per spacciatori e pregiudicati». 

Quando arriva, il consigliere Simone Pillitteri, sono trascorsi giusto una decina di minuti. In questo breve spazio di tempo sono passati ragazzini in bicicletta, mamme con figli, uomini, donne. Non solo italiani, non solo stranieri e non solo italo stranieri. «Qui ci passa davvero tantissima gente ogni giorno - chiarisce subito il consigliere - da tantissimi anni. Certo, di giorno il problema è meno sentito, ma nel week end o la sera crea più disagio. La scelta che abbiamo fatto è quella di creare un nuovo accesso per l'area Funghi. Una viabilità diversa, un accesso diverso in tutta l'area. Da via Bernina non si potrà più accedere, lo si potrà fare solo da corso Tre Venezie. Chiudiamo quella che fino ad ora era l'entrata, così, cambiando l'accesso risolviamo anche il problema dei cittadini che vivono qui attorno». 

Il primo posto dove entriamo è il circolo Maisha. Incontriamo Henrique e Joyce. Trascorriamo diverso tempo con loro, parliamo con diverse persone che lavorano lì, ed è interessante che tutti, compreso il consigliere Pillitteri, che la chiave di tutto sta nel rispetto delle regole. Entrambi con la cittadinanza italiana, sono qui da venticinque anni, il secondo è anche sposato con una donna italiana, danno l'impressione di aver così tanto assorbito tutto da quando sono qui, che, nelle sfumature, si avverte che i due rappresentano esattamente un elettore di centro destra e unio di centro sinistra. Sono cauti e diplomatici, ma si percepisce chiaramente. 

Alla Power Gym Club si praticano tante attività dalla palestra alle arti marziali ad attività aerobiche. Di circa mille metri quadri, ci sono per lo più donne. Alcune sono qui anche perché accompagnano i figli ai corsi di karate o judo. La maggior parte fa sport. Ma non avete paura a uscire di qui da sole? Rispondono quasi tutte allo stesso modo, che entro le 19 al massimo vanno via, non sanno cosa accade la sera.  la stiuazione può essere diversa, ma durante il giorno a loro non è mai successo niente. 

La percezione di chi lo vive questo quartiere nel quartiere, o isola come viene anche definito da qualcuno non è di paura insomma. Moltissimi dei frequentanti la palestra, anche quella di roccia, vengono da fuori Padova. Alcuni perché sono arrivati in città per studiare, altri perché non ci sono tante palestre di roccia in giro per la provincia. La domenica poi puntuale l'arrivo di i tanti fedeli che celebrano la messa e le funzioni religiose, molto affollate e con tanta musica. Anche questo ha creato disagi al vicinato. Per molti ragazzi, anche giovanissimi, invece andare ogni giorno in via Bernina significa andare a praticare sport, per condurre una vita sana. Ci sono tante situazioni, tante sfumature, che rendono complesso ma non per questo solo problematico questo angolo forse poco illuminato della città. 

«Una volta era meglio, era meglio quando si stava peggio», ci dice così una ragazza di circa venticinque anni. T shirt bianca, capelli sciolti, pantaloni chiari: «Quando ero bambina io, le cose andavano decisamente meglio, anche la politica era molto meglio». Il consigliere Pillitteri non nega che ci sono problemi: «Se non ci fossero non ci sarebbe stata la variante alla viabilità, la nuova bretella che elimina un problema che si trascinava da troppo tempo. Di cui gioveranno non poco gli abitanti del posto. E poi c'è il rispetto delle regole. Quello è fondamentale. Valorizzare e aiutare chi queste aree le toglie davvero allo spaccio e al degrado e tutelarle. Creare il deserto è l'esatto contrario di concetto di sicurezza che abbiamo noi come amministrazione». 

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