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Cronaca

Gli scavi archeologici riportano alla luce l'arena romana di Padova

Prima della copertura e protezione invernale delle strutture, sabato pomeriggio e domenica tutto il giorno, Comune di Padova e Soprintendenza organizzano cicli di visite guidate e gratuite per vedere il cantiere

L'arena in Veneto non è una prerogativa esclusivamente veronese. Anche Padova può vantare e finalmente ora anche mostrare, il proprio anfiteatro, dove duemila anni fa si svolgevano gli spettacoli dei gladiatori. I resti della struttura circolare stanno ritornando alla luce grazie a dei nuovi scavi archeologici, fino a pochi mesi fa sepolti sotto ai giardini.

VISITE AGLI SCAVI. Prima dell'arrivo dell'inverno che impone copertura e protezione delle strutture, per due giorni gli scavi diventeranno un cantiere aperto alla cittadinanza: sabato 30 novembre, nel pomeriggio, e domenica 1 dicembre tutto il giorno, Comune di Padova e Soprintendenza organizzano infatti due cicli di visite guidate, gratuite, curate dagli archeologi della cooperativa Petra, che consentiranno di vedere il "cantiere" allo stato attuale e di prendere visione direttamente degli importanti resti, oltre che dell'articolato complesso di pavimenti e muri che rappresentano ciò che resta della storia millenaria dell'area.

RICADUTA TURISTICA. "Si tratta di uno scavo importante, che ha ottenuto buoni risultati e che ha attribuito al sito archeologico un forte rilievo nell'ambito del patrimonio culturale italiano – commenta l'assessore ai Lavori pubblici Luisa Boldrin – Uno scavo che peraltro verrà inserito nella Dmo producendo una ricaduta turistica per la città. Quello che possiamo ammirare oggi è dunque un nuovo museo all'aperto - aggiunge l'assessore - che in futuro consentirà alle persone in attesa di visitare la Cappella degli Scrovegni, di scoprire un luogo interessante. Una passeggiata lungo il sito, arricchita da pannelli illustrativi, aiuterà a comprendere tutto ciò che quest'area rappresenta".

STORIA DI UN'AREA. Le indagini archeologiche stanno restituendo anche preziose informazioni sulle successive vicende edilizie dell'area, dalle fabbriche duecentesche che hanno obliterato le rovine dell'anfiteatro, ai considerevoli resti del palazzo Scrovegni che rendono la cappella di Giotto non più una cattedrale nel deserto ma uno degli elementi che componevano una residenza di altissimo prestigio di inizio Trecento, fino ai rifacimenti imputabili ai Foscari e ai loro successori e attuati fino a epoca recente. Sponsor unico dell'intervento archeologico, quantificabile in 180 mila euro, Alessandro Banzato titolare di Acciaierie Venete che ha firmato la convenzione con il Comune di Padova per il restauro delle pietre, che rimarranno a cielo aperto, e per la recinzione che proteggerà il sito.

PRENOTAZIONI. Per prenotare le visite: 339 2247496 (Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto - Urp), da martedì 26 a venerdì 29 novembre dalle ore 9,30 alle 13,00. In caso di maltempo, l'evento sarà rimandato al fine settimana successivo (7-8 dicembre 2013)

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