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Cronaca

Aziende truffate durante il lockdown per quasi quattro milioni di euro: scattano arresti e sequestri di beni

Le indagini preliminari hanno consentito di eseguire (nei mesi di settembre 2021 e marzo 2022) otto misure cautelari personali nei confronti di sei dei dodici membri dell’associazione e di rilevare l’approvvigionamento fraudolento di beni per un controvalore di oltre 3,7 milioni di euro 

Nella giornata di lunedì 7 marzo i finanzieri del comando provinciale di Padova, diretti dalla Procura della Repubblica di Rovigo, hanno dato esecuzione a un’ulteriore ordinanza restrittiva della libertà personale nei confronti di tre soggetti ritenuti appartenenti a un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa che - avvalendosi di società “di comodo” operanti nel territorio della provincia padovana - avrebbe arrecato un danno di 1,5 milioni di euro circa nei riguardi di 64 operatori economici dislocati su tutto il territorio nazionale (più precisamente, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige e Veneto).

Truffa

Nel dettaglio, il Giudice per le indagini preliminari di Rovigo, accogliendo le nuove proposte formulate dagli organi inquirenti, ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti del rappresentante legale di un centro elaborazione dati contabili e l’obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria, con contestuale obbligo di dimora nel luogo di residenza, a carico di due buyer. Ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, il sodalizio investigato, composto da dodici indagati e promosso da un soggetto già emerso in altri contesti investigativi per ipotizzati legami con il clan Mazzei di “Cosa Nostra”, avrebbe rigenerato, nell’arco di due anni, 28 aziende, precedentemente inattive o decotte, intestandole a prestanome e alterando i relativi dati di bilancio grazie alla complicità di un professionista e del citato prestatore di servizi contabili, con lo scopo di farle apparire sane e affidabili nei pagamenti. Nel periodo di emergenza Covid le citate imprese avrebbero fatto incetta all’ingrosso di rilevanti quantitativi di merce (in particolare prodotti agroalimentari, edili ed elettronici e materie plastiche) attraverso assegni scoperti o bonifici bancari disposti e immediatamente annullati, risultando così il “veicolo” per la realizzazione di un disegno criminoso che, nell’ordine, avrebbe interessato le province di Novara, Milano, Varese, Modena e, più di recente, Padova e Brescia.

Indagini

Nel corso della prima fase delle indagini i finanzieri della compagnia di Este avevano eseguito, nel settembre 2021, un’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari di Rovigo che disponeva la custodia cautelare in carcere del citato promotore e quella degli arresti domiciliari del factotum del sodalizio, imponendo l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a un buyer diverso da quelli fermati lunedì. Contestualmente erano stati sequestrati oltre 20 dispositivi informatici, la cui analisi ha permesso all’autorità giudiziaria rodigina di valutare il coinvolgimento dei singoli associati per poter sostenere l’accusa in giudizio. Va aggiunto poi che, tra i mesi di febbraio e dicembre 2021 l’organizzazione criminale - nel frattempo trasferitasi nell’hinterland bresciano - avrebbe posto in essere analoghe condotte truffaldine (così come era stato già riscontrato nella provincia di Padova) approvvigionandosi, senza onorare il pagamento del relativo corrispettivo, di ulteriori merci di varia natura quantificate in oltre 2,2 milioni di euro, che venivano sempre cedute fuori dagli ordinari circuiti commerciali. All’atto dell’esecuzione del primo provvedimento cautelare nel settembre scorso era stato possibile recuperare alcuni di questi beni per un valore di 250mila euro circa, compresi anche generi alimentari di immediato deperimento che, nell’ottobre dello stesso anno, sono stati devoluti in beneficenza a enti e associazioni attive nella provincia di Padova per l’assistenza a famiglie in difficoltà economica. Tuttavia, successivamente ai primi interventi di polizia giudiziaria, un buyer - destinatario di due misure cautelari personali nella giornata di lunedì - in violazione del vincolo cautelare disposto dall’autorità giudiziaria ha rubato alcuni beni sottoposti a sequestro, aggravando così il quadro accusatorio già delineato nei suoi riguardi.

Misure cautelari e samnzioni

In definitiva le indagini preliminari hanno consentito di eseguire (nei mesi di settembre 2021 e marzo 2022) otto misure cautelari personali nei confronti di sei dei dodici membri dell’associazione e di rilevare l’approvvigionamento fraudolento di beni per un controvalore di oltre 3,7 milioni di euro nel periodo compreso tra novembre 2019 e dicembre 2021. È stato quindi possibile alienare alcuni beni sequestrati a gennaio del valore di 1,2 milioni di euro, ristorando così, seppur in parte, il danno derivante dalle truffe perpetrate. Sono state inoltre segnalate ai competenti uffici dell’Agenzia delle Entrate le partite Iva delle società-veicolo ancora attive per la relativa cessazione d’ufficio, al fine di interrompere l'articolato meccanismo. Infine, in sinergia con l’ispettorato territoriale del lavoro di Padova, sono state elevate al promotore del sodalizio - ritenuto il datore di lavoro occulto dei dipendenti di quattro società che avevano operato nella provincia di Padova - sanzioni amministrative in materia di lavoro e legislazione sociale per 230mila euro circa, avendo quest’ultimo impiegato per un periodo di sei mesi la manodopera di dodici soggetti (buyer, custodi/magazzinieri e dipendenti amministrativi, questi ultimi estranei ai fatti) senza formale contratto di assunzione e in violazione della normativa contemplata dai contratti collettivi nazionali.

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