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Cronaca

Furti, maltrattamenti e vendita di armi: 8 arresti dei carabinieri, il ricettatore nel padovano

I militari, tra cui quelli del comando provinciale di Padova, stanno eseguendo una serie di misure nei confronti di cittadini sinti che operavano in tutto il Veneto

Dalle prime luci dell’alba, nelle province di Venezia, Padova, Rovigo, Piacenza e Verona, a conclusione di un'indagine, denominata «Revenge», i carabinieri del nucleo investigativo lagunare, con il supporto del comando provinciale di Venezia, del Battaglione Veneto e dei comandi dell’arma territoriale tra cui quello di Padova, stanno eseguendo 8 misure cautelari (6 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) nei confronti di altrettanti cittadini di nazionalità italiana di etnia sinti (7) e marocchina (1). A riportarlo è VeneziaToday.

Le accuse

All’alba di questa mattina, nelle province di Venezia, Verona, Piacenza e Rovigo, circa 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Venezia e degli altri Comandi Provinciali interessati, con l’ausilio del 4° Battaglione “Veneto”, nonché del 14° Nucleo Elicotteri di Belluno e del Nucleo Cinofili di Torreglia, hanno eseguito 8 misure di custodia cautelare, di cui 6 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Venezia, in accoglimento della richiesta della Procura lagunare, nei confronti di altrettanti soggetti di nazionalità italiana di etnia “Sinti” e di un marocchino, ritenuti responsabili, a vario titolo, di “Associazione per delinquere”, “Furto aggravato”, “Ricettazione”, “Indebito utilizzo di carte di pagamento”, “Maltrattamenti in famiglia”, “Lesioni personali” e “Acquisto e vendita di arma con munizionamento”. Sono inoltre in corso le perquisizioni domiciliari a carico dei soggetti arrestati e di altre 15 persone, tutte italiane, di cui 4 minorenni per cui procede la procura per i minorenni di Venezia, indagate per i medesimi reati.

L'attività investigativa

L’attività investigativa, condotta tra settembre 2018 e ottobre 2019 su appartenenti a comunità sinti residenti a Cavarzere (VE), Mestre (VE) e Verona, ha consentito di evidenziare gravi indizi di colpevolezza a carico degli arrestati per aver costituito un’associazione per delinquere dedita ai furti in abitazione e su automezzi in sosta, specie nei pressi di supermercati e cimiteri, delineando la responsabilità in ordine a oltre 100 reati, commessi in numerose provincie di Veneto, Lombardia e Emilia Romagna, emergendo che nel periodo in esame vi sia stato un danno complessivo per oltre mezzo milione di euro ai danni delle vittime.

Il Padovano

Si è riusciti inoltre a risalire al canale di ricettazione del materiale provento di furto individuando un soggetto marocchino, residente a Noventa Padovana che spediva la refurtiva nel suo paese natale. E’ stato accertato l’indebito utilizzo delle carte di pagamento asportate con prelievi per oltre 50mila euro. Durante le indagini è stata individuata e sottoposta a sequestro refurtiva per un valore di circa 100mila euro. E’ stato inoltre appurato l’acquisto di una pistola semiautomatica con relativo munizionamento da parte di un appartenente all’associazione per delinquere. Gli accertamenti, in particolare, scaturiscono dalla denuncia sporta dalla compagna convivente di un appartenente al sodalizio criminale, attualmente domiciliata presso un centro antiviolenza in sede protetta, per “maltrattamenti in famiglia” maturati nell’ambito della medesima comunità sinti, a seguito di reiterati episodi di violenza subiti dalla denunciante ad opera del coniuge e dei suoi suoceri, tutti e tre appartenenti all’associazione a delinquere, anche mentre la stessa versava in stato di gravidanza.

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