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Cronaca

Esami di italiano pilotati: soldi e test falsi per il permesso di soggiorno. Cinque arresti

La polizia ha smantellato un'organizzazione che consentiva agli stranieri di superare il test Celi dietro pagamento per ottenere il permesso di soggiorno. Esami farsa anche a Padova

Notizia in aggiornamento

Una coppia di veneziani tramite un centro di lingua con sede a Marghera allestiva i test in tutta Italia, Padova compresa. Sarebbero oltre 6mila gli stranieri in possesso di titoli irregolari.

L'operazione

Dalle prime ore di martedì la polizia modenese, su delega della procura, sta eseguendo l’ordinanza con cui il Gip ha stabilito l’arresto in carcere nei confronti di un veneziano e gli arresti domiciliari per altre quattro persone (due italiani, un marocchino e un tunisino). Sono accusati a vario titolo dei reati di corruzione, falso ideologico, truffa, contraffazione di documenti necessari al fine di determinare il rilascio di carta di soggiorno per lungo periodo ed indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.

L'organizzazione

L’indagine della squadra mobile modenese, in cui risultano indagate altre 25 persone, ha fatto luce su un sistema che faceva capo a un centro di formazione linguistica, l'Agenzia Diffusion World di Venezia, accreditato all’Università per stranieri di Perugia. Il centro si occupava dell'esame per il rilascio dell’attestato di lingua italiana Celi di livello A2, uno dei requisiti  per il rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo, al pari della residenza italiana da almeno 5 anni e della certificazione di un reddito minimo.

I primi sospetti

L'indagine è partita dentro l'Ufficio Immigrazione della questura di Modena, dove gli addetti alle pratiche per i permessi di soggiorno si sono accorti che diversi immigrati esibivano la certificazione Celi ma non capivano né parlavano l'italiano. Si sono anche resi conto nell'ufficio circolava un volantino pubblicitario per gli esami di lingua, con riportati alcuni contatti telefonici che sono immediatamente finiti sotto intercettazione. Questo ha consentito di risalire all'Agenzia Diffusion World e di portare a galla il sistema messo in piedi dai coniugi veneziani.

Esami farsa

Gli inquirenti hanno scoperto che gli esami erano completamente falsati per garantire la promozione automatica. In tre sessioni monitorate in provincia di Modena tra luglio e novembre 2018 è emerso che ai candidati venivano fornite le risposte. Analoghe verifiche si sono concentrate anche sui test svolti nel padovano tra il 2017 e il 2018. Gli aiuti avevano ovviamente un prezzo: per superare la prova ogni straniero pagava da 450 a 700 euro in nero, il che ha portato all'accusa di corruzione. Per comprovare i sospetti gli inquirenti hanno piazzato diverse microcamere nelle sedi dei test. In accordo con l'Università per stranieri di Perugia (estranea ai fatti e ormai slegata da Dffusion World dal dicembre dello scorso anno), alla prova di novembre hanno sostituito all'ultimo minuto le domande dell'esame. Risultato? Tutti bocciati. Stessa tecnica usata nelle altre sedi in Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige, Toscana e Lazio con i medesimi effetti.

Gli arresti

La polizia ha stimato il coinvolgimento negli ultimi due anni di circa 6mila stranieri, ora in possesso di un titolo falso. A questa cifra fa da contraltare il guadagno illecito della società veneta, che ammonterebbe a circa 2 milioni di euro. I coniugi veneti sono stati arrestati: il 41enne F.L. è stato condotto in carcere mentre la moglie 47enne S.P. è finita ai domiciliari. Titolari di diverse cooperative e strutture alberghiere, reimpiegavano il denaro guadagnato con la Diffusion World per mantenere uno stile di vita lussuoso per sé stessi e i figli piccoli. Il 41enne era anche già stato indagato per fatti analoghi nel 2017 dalla procura di Padova. Ai domiciliari sono finiti anche due stranieri residenti a Modena e Carpi, un marocchino di 59 anni e un tunisino di 45, che erano i reclutatori locali al pari di una 49enne residente nel piacentino che svolgeva il ruolo di esaminatrice come dipendente (in nero) di Diffusion World Srl.

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