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Cronaca

Stalking, minacce e violenze per mesi sulla moglie e sulla suocera: 33enne in manette

L'uomo che risiede a Padova ha aggredito le due donne anche in presenza delle due figlie piccole

Offese pesanti e continue intimidazioni ai danni della moglie e alla suocera. E scattano le manette: gli uomini della Squadra Mobile di Padova hanno arrestato M.J., tunisino di 33 anni resosi responsabile del reato di lesioni e minacce aggravate e reiterate nei confronti della moglie e della suocera.

LE PRIME AVVISAGLIE

La vicenda era da tempo nota alla polizia ed all’autorità giudiziaria, tant’e che l’uomo era già stato destinatario di diverse misure cautelari, per tutelare la sicurezza oltre che della moglie anche della madre di quest’ultima, lei stessa oggetto di aggressioni da parte del nordafricano quando in più occasioni era intervenuta per difendere la figlia dalla furia dell’uomo. In particolare, la vicenda della difficile situazione familiare, è stata manifestata alla Polizia nel maggio di quest’anno quando una pattuglia delle Volanti della Questura di Padova era intervenuta presso il nucleo familiare per una lite in famiglia.

LITI E BOTTE DAVANTI ALLE FIGLIE

Giunti sul posto, gli agenti hanno immediatamente percepito la gravità della situazione: in casa erano difatti presenti pezzi di vetro e di ceramica infranti nonché una sedia di legno completamente a pezzi, segni evidenti di una lite furibonda. Nella circostanza la moglie dell’uomo e la madre di quest’ultima, entrambe molto provate dalla situazione familiare, riferivano agli agenti di continue e gravi minacce e lesioni sofferte anche alla presenza delle figlie minori della coppia, rispettivamente di 11 e 5 anni. Anche le bimbe, nell'occasione, apparivano effettivamente molto spaventate per il violento litigio appena avvenuto. Ciò non impediva loro di aggiugenre però un particolare agghiacciante: il padre delle piccole aveva minacciato di morte la loro madre con un coltello, con il quale poi, aveva colpito la suocera, intervenuta per difendere la propria figlia. Costatata la gravità della vicenda, l’uomo era stato immediatamente allontanato dall’abitazione, e successivamente, a suo carico, l’autorità giudiziaria aveva emesso la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle parti offese.

TELEFONATE E APPOSTAMENTI

Misura, alla quale l’uomo non si è però attenuto, in quanto nel mese di luglio gli operatori della volante sono di nuovo intervenuti presso il domicilio delle vittime, ancora una volta per una segnalata “lite in famiglia”. In tale avvenimento il 33enne, venendo meno alle prescrizioni della misura cautelare adottata a suo carico, aveva contattato telefonicamente la moglie chiedendole di poter vedere le figlie e quest’ultima, per non creare ulteriori attriti, aveva acconsentito, cosi come aveva fatto in altre occasioni. Ma la sera del 3 luglio il nordafricano, appena vista la donna, l’aveva da subito aggredita assumendo un atteggiamento offensivo e gravemente minaccioso, tanto da costringerla a rincasare di corsa e chiudersi all’interno della propria abitazione. Ai poliziotti sopraggiunti, ancora una volta, la vittima raccontava dei continui e mai interrotti atteggiamenti vessatori del soggetto, che contravvenendo a quanto ordinato dalle autorità continuava a contattarla telefonicamente anche in orario notturno, ed in diverse occasioni, a sostare nel giardino condominiale situato sul retro dell’abitazione, così di fatto, costringendola a chiudersi in casa per timore di imbattersi in lui.

RITORNO IN CARCERE

Da tali fatti, opportunamente riferiti dalla Polizia all’autorità giudiziaria, scaturiva un provvedimento di custodia cautelare in carcere, in cui l'uomo è rimasto fino a metà novembre. Peccato che, dopo la sua scarcerazione, il nordafricano ha ripreso la propria condotta intimidatoria nei confronti della vittima, chiamandola continuamente al telefono e minacciandola di gravi ripercussioni. Ancora una volta la donna, esasperata ed intimorita, si è rivolta alla polizia alla quale riferiva il permanere della grave e pericolosa situazione. A tal punto gli agenti, dopo avere riscontrato che il soggetto non si era ancora rassegnato alla fine della relazione coniugale continuando a manifestare una gelosia ossessiva nei confronti della moglie, hanno relazionato l'autorità giudiziaria dell’esito dell’indagine. Risultato: l'’uomo è stato nuovamente arrestato dagli uomini della Squadra Mobile di Padova e rinchiuso in carcere.

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