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Cronaca

Catturato in Sicilia l'ex capo della baby gang della Guizza, placcato in fuga sui tetti

É stato arrestato a Catania il ventinovenne Pietro Denis Germanà Nucifora, meglio noto come l'ex boss della baby gang della Guizza. Pluripregiudicato e latitante, è stato bloccato dai poliziotti nel rione San Cristoforo dove si nascondeva in un'abitazione

Il blitz è scattato all'alba di giovedì. Alla vista delle forze dell'ordine il giovane ha tentato una rocambolesca fuga sui tetti terminata poco dopo grazie all'imponente dispiegamento di agenti che avevano preventivamente circondato la zona.

La latitanza e la fuga in autostrada

Nucifora è stato rintracciato in Sicilia, sua terra d'origine, grazie a una capillare indagine della squadra mobile di Padova. Era ricercato dal 18 febbraio, quando la procura euganea ha emesso nei suoi confronti un ordine di carcerazione dopo che l'Ufficio di sorveglianza di Messina aveva sospeso l'affidamento ai servizi sociali che gli aveva consentito di uscire di prigione. Il 22 febbraio è stato protagonista di una fuga da film nell'aretino, dove ha forzato un posto di blocco. La Squadra Catturandi della polizia padovana, che ne monitorava telefonate e spostamenti, aveva segnalato la presenza di Nucifora ai colleghi toscani, che lo hanno intercettato in autostrada. Imboccando l'uscita Monte San Savino, sbattendo sul guard rail e sfondando la barriera telepass, il ventinovenne era riuscito a far perdere le sue tracce.

Passo falso

A mettere gli inquirenti sulla strada giusta per arrestarlo ha contribuito un passo falso della fidanzata che pochi giorni dopo si è presentata al commissariato di Librino, nel catanese, per denunciare il furto della sua Volkswagen Golf, la stessa auto su cui ad Arezzo viaggiava insieme a Nucifera. Oltre a orientare le ricerche del latitante sulla zona di Catania, la donna è ora indagata per simulazione di reato.

Una sfilza di precedenti e condanne

La carriera criminale di Germanà vanta un curriculum chilometrico, maturato nella città del Santo. Ha sempre vissuto ad Albignasego, diventando l'indiscusso reuccio della banda di giovani che per anni ha imperversato tra la Guizza, Albignasego e Maserà. Già protagonista di pestaggi, vandalismi e rapine quand'era ancora minorenne, negli anni è stato più volte arrestato e condannato. É finito in carcere nel 2012, periodo in cui ha vissuto la prima breve latitanza, e nel maggio 2013 è stato arrestato con altri dieci giovani membri della gang. Aveva messo in piedi un piccolo impero basato su intimidazioni e violenze rivolte per lo più ai coetanei, compresi i suoi sodali e le fidanzatine dell'epoca. Fulcro del loro interesse era la droga, marijuana in particolare, e per procacciarsela Nucifera non esitava a costringere i compagni a rubare i gioielli di famiglia e rivenderli ai Compro Oro. Per quei fatti è finito a processo e nel giugno 2014 è stato tra i primi casi a Padova per cui è stata chiesta la sospensione con affido in prova ai servizi sociali, poi rigettata. In quegli stessi giorni è stato protagonista con un complice di una rapina ai danni di un autista dell'Aps, che lo ha fatto finire nuovamente in carcere con una condanna a tre anni. Dettaglio non trascurabile, durante la detenzione al Due Palazzi è stato scoperto dopo un colloquio con i parenti con diversi grammi di droga nascosti addosso.

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