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Cronaca

Rapine a mano armata, estorsioni e spaccio: sgominata la baby gang incubo del centro

I carabinieri di Padova hanno disarticolato una banda composta da tre giovani residenti in città, responsabile di svariati reati nei confronti di coetanei

Erano diventati l'incubo dei loro giovani coetani, seminando il terrore in centro a Padova, dove si sono macchiati di gravi reati. All'alba di giovedì, i carabinieri del capoluogo euganeo hanno disarticolato una baby gang, composta da tre ragazzi residenti in città, responsabile di due rapine a mano armata, due estorsioni e spaccio di droga.

A MARZO: Prime denunce nei confronti della baby gang

IL TRIO (PIÙ UN QUARTO). "Dirty gang" il nome dell'indagine che ha portato all'arresto ai domiciliari L.V.A.A., 20enne, filippino, residente a Padova, e A.H., 20enne, italo-marocchino, residente a Padova. Mentre nei confronti di R.F., padovano 19enne, è stato disposto l’obbligo di dimora a Padova e di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria. Nel corso delle perquisizioni, a casa dell'italo-marocchino è stata anche rinvenuta una pistola scacciacani, priva del tappo rosso, completa di caricatore con 5 cartucce, nonché un coltellino svizzero, il tutto sottoposto a sequestro. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i tre sono ritenuti gli autori, in concorso tra loro, tra il dicembre 2015 e lo scorso febbraio, nel centro di Padova, di due rapine ai danni di minori ed altrettante estorsioni nei confronti di alcuni giovani del luogo. In una delle rapine (il 6 febbraio) aveva partecipato anche un conoscente, 17enne, padovano, denunciato a piede libero alla Procura dei Minori di Venezia.

VIDEO: "NON SOLO DEI SEMPLICI BULLI"

BERSAGLIATO DAI BULLI, SI SFOGA CON UN CARABINIERE. L’attività nasce dall’intuizione di una pattuglia dei carabinieri che, a gennaio, casualmente ha ricevuto le confidenze di un giovane, in zona stazione, che, sconfortato, ha confidato ai militari le angherie e i continui atti di bullismo cui era da tempo bersagliato. Le successive indagini hanno consentito di individuare i componenti del branco, autori degli episodi segnalati dal giovane attualmente maggiorenne (all’epoca dei fatti minore), facendo piena luce sulle singole condotte delittuose e stabilendo che il modus operandi consisteva nel cedere dapprima sostanze stupefacenti alla vittima e, solo successivamente, estorcergli denaro quando non pagava puntualmente la forniture di droga. A dicembre era stato aggredito e, non avendo al seguito il denaro dovuto, dietro la minaccia di peggiori conseguenze, era stato privato dello zaino con i libri di scuola. Il giorno seguente, non avendo ancora pagato lo stupefacente, la vittima era stata picchiata violentemente dai tre, che a questo punto avevano preteso il doppio della somma dovuta. Solo a questo punto, il giovane aveva avuto il coraggio di chiedere aiuto in famiglia e quindi, il giorno seguente, aveva incontrato il branco a cui aveva consegnato la somma dovuta. Il tutto alla presenza del nonno, rimasto in disparte e pronto a soccorrere il nipote. Sempre questo giovane era stato picchiato nuovamente a gennaio, dopo aver da poco compiuto i 18 anni, circostanza in cui era stato derubato del proprio giubbino che gli era stato restituito in un secondo momento insieme ai libri.

CLIMA DI OMERTÀ. Il trio si è reso responsabile anche di una rapina a mano armata con coltello ai danni di un altro minore, il 6 febbraio, e mai denunciata. Bottino: 30 euro, sigarette, cassa acustica. Il 17 febbraio la stessa vittima, in compagnia di altri amici, dietro violenza e minaccia viene rapinato una seconda volta di pochi spiccioli e un cellulare Samsung. Questa volta, sono stati gli amici, testimoni della rapina subita dal minore, a chiamare i carabinieri. L'attività di indagine dell'Arma è stata infatti osteggiata dal generale clima di omertà che ha favorito il perseverare della baby gang.

"NON SOLO DEI SEMPLICI BULLI", IL VIDEO:

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