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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Bitonci: "Mediatori culturali inutili, per bimbi stranieri corsi di lingua"

Il sindaco di Padova, a proposito della sospensione della convenzione con le cooperative per l'inserimento di figure di sostegno agli alunni migranti. Zan (Pd): "Non fa altro che aumentare il divario sociale"

Fa discutere la decisione dell'amministrazione comunale di Padova di sospendere la convenzione con le cooperative per quanto concerne la figura del "mediatore culturale", ovvero colui che, all'interno delle scuole, si occupa di favorire l'integrazione dei bambini stranieri e il loro apprendimento della lingua italiana. Forti perplessità a riguardo erano state espresse dagli insegnanti e dai sindacati, anche alla luce dell'aumento del numero di alunni migranti nelle classi padovane.

BITONCI. In merito, si era espressa l'assessore alla Scuola, Alessandra Brunetti, parlando di un nuovo modello integrativo: "Stiamo pensando - aveva detto - ad un'integrazione che parta subito da corsi di lingua per i bambini e le loro famiglie e di costruire poi una reale integrazione su questa base". Il concetto è stato ribadito dal sindaco di Padova Massimo Bitonci: "I mediatori culturali servono solo ai genitori - ha detto - al loro posto faremo corsi di lingua italiana per stranieri".

ZAN. Di parere opposto, Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico: "Tagliare drasticamente, all’inizio dell’anno scolastico, come è stato fatto, i mediatori culturali nelle scuole elementari e medie di Padova, altro non fa che aumentare il divario sociale, rendendo di fatto ancor più insicura la città. I bisogni formativi e culturali degli immigrati - sottolinea Zan, già assessore padovano alla Cooperazione dal 2009 al 2013 - continuano ad essere sottovalutati dall’amministrazione comunale e considerati un ‘lusso’ anziché una ricchezza per tutti. Il dilagare poi di una cultura di tipo emergenziale, che guarda esclusivamente alla necessità primaria dell’accoglienza e all’ordine pubblico, senza considerare che gli stranieri sono nostri vicini di casa, compagni di classe dei nostri figli, nostri colleghi di lavoro, sta portando progressivamente a isolarli, impedendo loro di partecipare alla vita sociale in città".


 

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